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INCLUSI: la due giorni dedicata all’inclusione tra scuola e territorio

Il 25 e il 26 ottobre tappa finale a Trento del progetto nazionale con 50 partner coordinato dal Consorzio Consolida. Il venerdì, laboratori, attività sportive, incontri che coinvolgeranno tutti i 400 studenti della scuola Bresadola dell’Istituto Trento 5, mentre il sabato seminari, laboratori e presentazioni sono dedicati a tutti i docenti e educatori del primo ciclo.

Per quattro anni il progetto “INCLUSI. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno” ha attraversato l’Italia da sud a nord, da est a ovest; ha abitato e animato spazi (scuole, palestre e stadi, centri educativi e ludoteche, atelier, parchi e piazze) dove crescono bambini e ragazzi, provando a renderli luoghi di vita per tutti. Dopo questo lungo percorso, il 25 e il 26 ottobre, il progetto giunge a Trento con molte proposte formative e interattive dedicate a studentesse e studenti della scuola media G. Bresadola e agli insegnanti e professionisti del mondo educativo. Il progetto, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto delle povertà educative, segna la fine di un viaggio, coordinato dal consorzio Consolida e che coinvolto 50 partner provenienti da cinque regioni italiane (Trentino, Lombardia, Marche, Lazio e Campania), tra cui anche Federazione trentina della Cooperazione e alcune cooperative sociali trentine.

Con la convinzione che educazione e inclusione siano una responsabilità collettiva, cooperative sociali, fondazioni, associazioni hanno creato opportunità di crescita, formazione e partecipazione per più di 1000 bambini e ragazzi, di cui quasi la metà con fragilità e bisogni educativi speciali, promuovendo un ambiente in cui ogni individuo possa sviluppare il proprio potenziale. Avviato nel 2020 il progetto ha generato una sinergia importante tra istituzioni educative e altre agenzie formative, portando all’organizzazione di questo evento finale come momento di restituzione degli apprendimenti e delle innovazioni sviluppate.

Il programma

La mattinata del venerdì 25 ottobre sarà riservata alle classi della scuola secondaria di primo grado G. Bresadola. Circa 400 studenti e studentesse parteciperanno a diversi laboratori creativi e avranno l’opportunità di incontrare giovani con disabilità, che ricopriranno il ruolo di maestri d’arte e testimoni, favorendo così uno scambio di esperienze sul percorso educativo e sulle sfide personali. 

Le attività offriranno esperienze pratiche su diversi temi: dalla comunicazione accessibile (Easy to Read e Comunicazione Aumentativa Alternativa) al gaming inclusivo, a temi sulla privacy e sicurezza digitale che attraverso il gioco permetteranno ai partecipanti di sviluppare abilità sociali e tecnologiche. Altri laboratori verteranno su attività manuali, come la ceramica e la serigrafia, per esplorare il valore della cooperazione e della creatività di gruppo. Gruppi di classi potranno condividere le loro idee su come immaginano una “scuola inclusiva” durante il laboratorio di Hackaton. Inoltre, verranno proposte attività sportive come il baskin e il diveball accompagnate dalla testimonianza di alcuni protagonisti di Aquila Basket Trento su come lo sport possa coniugare agonismo e solidarietà, impegno e soddisfazione.

Presente anche la cooperazione trentina all’evento con diversi laboratori curati dalle cooperative sociali Impronte e La Rete. Gli studenti partecipano a un laboratorio di teatro inclusivo dove, guidati da attori con disabilità, esplorano fragilità e potenzialità personali e altrui. Il teatro diventa uno spazio di incontro e apprendimento, in cui il “fare insieme” valorizza i limiti e le risorse di ognuno. Ragazzi e ragazze impareranno nuovi metodi di espressione anche attraverso il linguaggio dell’arte esplorando nuove forme espressive attraverso la scelta di parole rappresentative e la loro realizzazione grafica. Il ruolo attivo della cooperazione riflette l’importanza della collaborazione territoriale nel sostenere un sistema educativo che metta al centro l’inclusione e il benessere di tutti i bambini.

La mattinata del 26 sarà, invece, aperta a tutti gli insegnanti ed educatori del primo ciclo con laboratori e incontri su quattro tematiche: disabilità e bullismo, orientamento per studenti con disabilità, autodeterminazione e comunicazione accessibile, e narrazione inclusiva. Questi incontri forniranno approcci, esperienze e strategie pratiche per l’inclusione a scuola e nella comunità sperimentate in diversi territori del panorama nazionale dai partner di INCLUSI. Saranno inoltre presentati strumenti operativi come pubblicazioni, giochi formativi e podcast, che saranno a frutto del lavoro di questi quattro anni, destinati a insegnanti ed educatori a livello nazionale. 

A concludere le due giornate dell’evento il panel finale al quale parteciperanno esperti del mondo dell’istruzione e dell’educazione, tra i quali Francesca Gennai, presidente di Consolida, e Paola Venuti, prorettrice per la didattica dell’Università di Trento. L’evento sarà arricchito da un concerto del gruppo musicale Rock Spectrum live, formato da giovani musicisti con autismo, insieme al coro della scuola Bresadola, offrendo una testimonianza di come l’arte possa promuovere l’inclusione.

Per docenti ed educatori

Per studenti della scuola G. Bresadola

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Orto da asporto, frutta e verdura sostenibili in vendita all’e-bancone inclusivo

Quando l’orto diventa sostenibile, inclusivo e tecnologico. La cooperativa sociale Esserci di Torino che fa parte del Consorzio nazionale Cgm ha partecipato al programma di innovazione tecnologica SocialTech4EU, vincendo il bando con il progetto Orto da Asporto. Ha progettato e realizzato, insieme a esperti di agricoltura sostenibile, designer del prodotto, designer dei servizi, esperti di progettazione e comunicazione ma soprattutto persone con disabilità, un e-bancone con un sistema digitale di ordine e consegna e attrezzature accessibili a tutti.

Abbiamo incontrato Daniela Ortisi, Presidente e Simone Artesi, Consigliere di Amministrazione e Coordinatore del progetto di Agricoltura Sociale che ci hanno raccontato il progetto.

Da dove nasce Orto da asporto?

In realtà tutto nasce tempo prima ed è stata anche oggetto di una tesi di master in agricoltura sociale. La scommessa era quella di far diventare questo settore sempre più tech e soprattutto accessibile a tutti. Da li non ci siamo fermati, siamo andati avanti fino alla candidatura del progetto.

Come siete riusciti a mettere insieme un progetto così ampio?

Quello che noi facciamo tutti i giorni all’interno della nostra cooperativa è dialogare il più possibile con il territorio, con diverse realtà e diversi professionisti, mettere in sinergia diversi mondi. Abbiamo allora cercato di far sedere allo stesso tavolo esperti di agricoltura sostenibile, designer del prodotto, designer dei servizi, esperti di progettazione e comunicazione ma soprattutto il contributo più importante è stato quello di coinvolgere alla progettazione persone con disabilità al fine di rendere davvero inclusivo e accessibile il progetto.

A chi si rivolge e-bancone?

Durante la progettazione abbiamo sempre tenuto fede al nostro input principale, quello di rendere il bancone accessibile a tutti, senza distinzione di target, un banco che sia davvero inclusivo che possa essere utilizzato da chiunque anche persone con disabilità cognitive e fisiche.

Ci raccontate come funziona ?

Un banco che oltre alla vendita tradizionale dei prodotti sarà affiancato da un sistema digitale di ordine e consegna, attivabile fisicamente presso l’e-bancone o online, per aumentare la fruizione, la visibilità e l’offerta per i clienti. Due novità su tutte: una bilancia più facilmente utilizzabile anche da persone con disabilità e un monitor che racconta la storia dei prodotti, il lavoro delle persone e le loro storie.

Perché questo progetto è riuscito ad aggiudicarsi questo finanziamento ed essere scelto tra tanti?

La vera innovazione di questo progetto è la semplicità con il quale si presenta, un progetto che può essere facilmente scalabile e replicabile, accessibile a tutti e che permette l’inserimento lavorativo a 360 gradi.

Quale futuro vi immaginate per Orto da asporto?

Il nostro sogno sarebbe quello di arrivare nei mercati in maniera capillare. Dare voce a tutti i piccoli produttori, allo sviluppo dell’agricoltura bio e sostenibile. Un modello che metta insieme attività imprenditoriali e sviluppo delle cooperative che si occupano di servizi alla persona.

Dove possiamo trovarvi dal vivo?

Il prossimi eventi saranno il 21 settembre a Astibenessere a Chapitombolo Academy in Via Baldichieri,18 Monale (AT), il 22 settembre alla Sagra della patata di Villastellone e il 28-29 settembre a GooGreen ai Giardino Sambuy di Piazza Carlo Felice a Torino.

Non ci rimane che dire… Ci vediamo al mercato!

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Tra longevità e assistenza: costruire e innovare politiche e modelli di servizio sociosanitario

Una nuova direzione per il consorzio nazionale CGM. Dalla Convention di Bologna, parte il 18 settembre (on-line) il gruppo di lavoro sui servizi per la Terza età e la non auto-sufficienza. I temi? Progettazione nazionale ed europea e molto altro. Un’occasione per definire insieme un impianto strategico che consenta a tutte le imprese sociali di investire su alcuni asset chiave.

Oggi in Italia gli over 65 sono un terzo della popolazione e gli anziani non autosufficienti sono più di 4 milioni e nel prossimo futuro questi numeri sono destinati ad aumentare, perchè una maggior aspettativa di vita porta con sè un rischio maggiore di sviluppare condizioni di non auto-sufficienza a causa del decadimento fisico e cognitivo.

All’invecchiamento della popolazione fa eco la progressiva riduzione della popolazione attiva e del numero di figure professionali nell’ambito della cura e dell’assistenza, carenza che mette in crisi la sostenibilità dell’attuale modello.

È necessario riprogettare il sistema dei servizi per la Terza età e la non auto-sufficienza integrando aspetti assistenziali, sociali, sanitari ma anche tecnologici e digitali. Integrando le risorse di pubblico e privato e sviluppando azioni in filiera per nuovi modelli di intervento sostenibili e flessibili nel lungo periodo: dalla promozione di una cultura del benessere, al potenziamento del sistema di prevenzione, alla domiciliarità, ai sistemi di housing fino ai servizi residenziali.

Mercoledì 18 settembre | Ore 10.30
Primo incontro del gruppo di lavoro CGM su servizi Terza età e non auto-sufficienza

Durante la prima riunione si parlerà di

  • Opportunità progettuali: bandi e attività di ricerca
  • Progetti in corso e trasferibilità di servizi e strumenti
  • Sviluppo di opportunità con le società di sistema della rete CGM

Per CGM sono 3 le direzioni che devono essere messe in dialogo fra loro per costruire questo nuovo sistema di offerta:

Le politiche e i sistemi di attuazione che non possono più prescindere dal dialogo e dalla partecipazione del Terzo Settore che deve cessare i panni del “soggetto erogatore di servizi”, ma contribuire alla sua co-costruzione.

Lo sviluppo di nuovi modelli di servizio capaci di superare la frammentarietà delle risposte, tutelare i diritti e garantire un percorso di cura e di presa in carico continuativo e organico.

La progettazione per sviluppare attività di design, sperimentazione e messa a terra di nuovi servizi anche in alleanza con il mondo della ricerca e dello sviluppo tecnologico e digitale.

A partire da alcune esperienze della rete CGM vuole lavorare ad un impianto strategico che consenta a tutte le imprese sociali di investire su alcuni asset chiave come il consolidamento di sistemi di offerte localizzati, l’aggiornamento delle competenze e gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Per partecipare, compilare il form e successivamente verrà inviato il link per accedere all’incontro.

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Fashion for all, la creatività e l’inclusione di Liberi Tutti nella capitale della moda

La moda come processo creativo e strumento di sviluppo per l’inclusione sociale. Questa in sintesi la mission del brand Au Petit Bonheur della nostra cooperativa socia LiberiTutti che, dopo il punto vendita di Torino, ha aperto uno store in Porta Ticinese 73 a Milano. Tra capi sostenibili che abbracciano diversità e inclusione e occasioni di inserimento lavorativo per persone con fragilità.

Tanta voglia di raccontare con passione e determinazione, una lunga intervista ad Alessia Aisosa Catarinella – project manager, progettista sociale, valutatrice d’impatto e molto altro per la cooperativa sociale LiberiTutti.

Come nasce il progetto Au Petit Bonheur?

Nasce come un sogno che parte nel 2019 all’interno di Liberitutti Factory. Il brand Au petit bonher si poneva una sfida quella di far diventare la moda non solo strumento creativo ma anche sviluppo e inclusione sociale per donne fragili.

Direi sfida è riuscita

Dopo il successo dello store di Torino quest’anno abbiamo aperto il nostro secondo punto vendita a Milano, città della moda per antonomasia e ci siamo riusciti mantenendo inalterata la natura del nostro progetto: una moda inclusiva che sia davvero “Fashion for All”.

Quali sono le peculiarità di Au Petit Bonheur?

La visione di una moda che sia slow, i nostri punti vendita vogliono essere non soltanto negozi ma centri di aggregazione, condivisione di storie e di progetti. Una moda lenta contro il fast fashion sempre più incalzante. Tessuti e filiera sostenibile questo significa tessuti tracciati, attenzione all’ambiente e utilizzo di materiali biologici, come il nostro Jersey di cotone prodotto in Italia. Questo tessuto particolarmente modellante ci permette di costruire i nostri capi in maniera free size. E poi il punto di forza del nostro progetto sono le Sartori Sociali, dove donne fragili trovano un lavoro, acquisiscono una loro professionalità e ci permettono di realizzare tutti i capi che compongono le collezioni.

Mi sembra di capire che il valore aggiunto del vostro progetto siano proprio le imprese sociali?

Le nostre imprese sociali svolgono un prezioso lavoro di inserimento lavorativo, azioni di sviluppo territoriale e di comunità favorendo la crescita, la professionalizzazione e la valorizzazione del capitale umano.

Le imprese sociali quindi al centro del cambiamento?

La sfida è proprio questa spingere le nostre imprese sociali a guardare oltre, ad osare ad essere coraggiosi, a portare l’impresa sociale in un mondo da sempre presidiato dai grandi brand e dal profit. Siamo coscienti delle difficoltà ma grazie al nostro know how siamo sicuri che questa sfida possa darci grandi risultati. Per noi questo è il vero processo di cambiamento verso una moda sostenibile.

La Cooperativa Liberi Tutti di Torino fa parte della solida rete del consorzio nazionale CGM. Nel 2019 nasce Liberitutti Factory una nuova idea di impresa sociale, con l’obiettivo di proporre, promuovere e sviluppare competitività sul mercato ad alto valore sociale, nei settori dello sviluppo economico partecipato dai territori.

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Mariella e Emanuele: “Ora viviamo insieme e siamo felici”

Vi raccontiamo il percorso di autonomia abitativa (e non solo) di Mariella e Emanuele, realizzato con il supporto delle famiglie e della Cooperativa Esserci di Torino. “Il cruccio di molte famiglie è: cosa faranno i nostri ragazzi quando non ci saremo più? Occorre però cercare di lavorare non sul dopo di noi, ma sul durante noi”.

“Siamo felici”. Il succo della storia di Mariella e Emanuele, coppia protagonista di un percorso sull’abitare della Cooperativa Esserci di Torino, è in queste due parole. Lei ha 50 anni ed è originaria di Matera, trasferita a Torino nel 2000, dagli zii, dopo la morte di entrambi i genitori. Frequentatrice del gruppo Aladino, spazio per il tempo libero, gestito da una Associazione di volontariato in sinergia con la Cooperativa Esserci, dedicato alle persone con disabilità intellettiva e/o fisica che vogliono condividere attività e laboratori. “Ad Aladino ho conosciuto Emanuele, ma lui all’epoca stava con un’altra”, comincia Mariella. Proprio da Aladino comincia il percorso di autonomia di Mariella. Prima, con l’inserimento lavorativo in una scuola materna come addetta alle pulizie. Poi, con un progetto di palestra abitativa per imparare a vivere da sola. Così, Mariella, insieme ad altre persone con disabilità intellettiva, ogni settimana si allena a fare la spesa, cucinare, gestire i soldi, tenere in ordine la casa. Inizia a trascorrere qualche weekend fuori casa. “All’inizio avevo paura del cambiamento”, confessa. Il percorso di autonomia continua tra alti e bassi e per due anni Mariella torna ad abitare con gli zii. “Il cruccio di molte famiglie è: cosa faranno i nostri ragazzi quando non ci saremo più? – racconta Francesco Patrucco, coordinatore di Esserci – Noi però cerchiamo di lavorare non sul dopo di noi, ma sul durante noi, creando contesti e percorsi che siano vere e proprie palestre abitative, con il coinvolgimento indispensabile delle persone interessate, delle famiglie e della rete territoriale”.

Nel 2020 Mariella si rimette di nuovo in gioco in un nuovo progetto di autonomia, questa volta in un monolocale solo per lei all’interno del contesto di Housing&Co della Cooperativa. “I primi tempi è stata dura. Eravamo ancora in periodo di pandemia e soffrivo molto la solitudine, ma poi ce l’ho fatta”, commenta. Nel frattempo, Emanuele, nato e cresciuto a Torino, addetto alle pulizie, in casa con i genitori, lascia la compagna e comincia la storia con Mariella. Parte un progetto di vita di coppia che coinvolge i due fidanzati e le rispettive famiglie. Emanuele comincia a trascorrere qualche weekend nel monolocale. “Eravamo stretti, ma l’esperienza è andata bene”, dice lui. Dopo quattro mesi, i due si trasferiscono in un bilocale sempre nel contesto di housing sociale e iniziano a vivere insieme 7 giorni su 7. “La convivenza non è sempre facile. Vuol dire adattarsi alle esigenze dell’altro”, il commento di Mariella e Emanuele. L’anno scorso, i due fidanzati escono da Housing&Co e si trasferiscono in una casa di proprietà della nonna di Emanuele in attesa di finire i lavori nell’appartamento che i genitori gli hanno acquistato e di spostarsi lì definitivamente insieme a Mariella. “Poi basta traslochi”, scherzano i due.

“A chi desidera uscire di casa, diciamo provateci. Occorre avere il coraggio di giocarsela, anche affrontando dubbi e paure che nascono nelle persone coinvolte e nelle famiglie. Le nostre adesso sono contente e ci supportano. Andiamo sempre là a pranzo alla domenica…”. Anche se il percorso di autonomia di Mariella ed Emanuele ha raggiunto un livello avanzato, il lavoro della Cooperativa Esserci continua. “Proseguiamo a monitorare Mariella ed Emanuele e a tenere il rapporto con le famiglie – conclude Francesco – Come ho detto anche a loro, anche le persone più attrezzate possono vivere difficoltà nel gestire le relazioni di coppia, dunque occorre lavorare ancora. E’ come una pianta che deve continuare ad essere annaffiata, il giusto, né troppo, né troppo poco. Mariella ed Emanuele sono stati bravi a cogliere al volo il treno per l’autonomia, noi li abbiamo aiutati a stare bene, ad essere felici, ad avere una prospettiva. Questa è la più grande soddisfazione”. 


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Ancora pochi giorni per iscriversi al Master in Europrogettazione per il Terzo Settore BEEurope

Ancora pochi giorni per iscriversi al Master in Europrogettazione per il Terzo Settore BEEuropeFondazione Triulza e Progetto Innovo presentano la prima edizione del “Master in Europrogettazione – BEEurope” rivolto alle organizzazioni del Terzo Settore e dell’economia civile.

Il master è una delle iniziative del progetto “BEEurope: Bet on European Energies” promosso da Fondazione Triulza e Fondazione Cariplo con l’obiettivo di mettere in condizioni le organizzazioni del terzo settore, anche quelle di piccole dimensioni, di sviluppare progetti innovativi da presentare ai bandi dell’UE e dei diversi enti filantropici internazionali. La presentazione di BEEurope è avvenuta nell’ambito di Human Factory Day, un appuntamento unico in Italia che promuove l’incontro tra operatori del sociale, dell’economia civile, ricercatori di tutte le discipline aperti al dialogo, alla contaminazione e alla co-progettazione di percorsi di innovazione sociale. Iniziativa ideata da Fondazione Triulza, di cui anche noi siamo soci, anche per rafforzare i legami e sperimentare modalità di lavoro condiviso tra i protagonisti del futuro Parco della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione che nascerà nell’ex area Expo.

Percorso didattico con approccio fortemente operativo, il master, che si rivolge a giovani laureati e a tutti coloro che vogliano ridefinire la propria professionalità nella progettazione del Terzo Settore, si presenta concreto, laboratoriale ed esperienziale. Dopo una prima fase di formazione in aula partirà una seconda fase di scrittura di progetti veri con il supporto di tutor esperti.

Scopri di più sul Master, approfitta delle borse di studio e delle agevolazioni per partecipare. Hai tempo per iscriverti fino al 25 ottobre: http://www.fondazionetriulza.org/it/news/2017/07/11/aperte-le-iscrizioni-al-master-in-europrogettazione-per-il-terzo-setto/3706/