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Educazione Welfare

Nasce V.I.T.A. un progetto integrato pubblico-privato per aiutare i ragazzi con disagio psichico

Una rete di partner integra il servizio di Neuropsichiatria infantile e i servizi educativi del territorio per gli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni della zona 4 e 5 di Milano

La pandemia e il conseguente lockdown sono stati determinanti nell’incremento di un disagio psichico giovanile che negli ultimi anni era già in netto aumento. Le misure di contenimento adottate per evitare il propagarsi del virus hanno modificato la routine quotidiana di ciascuno di noi, ma sono stati soprattutto gli adolescenti a risentirne le maggiori ripercussioni a livello psicologico ed emotivo.

Mentre le richieste di aiuto aumentano vertiginosamente, l’apparato sanitario fatica a intercettare in tempo le patologie prima del loro aggravarsi. Per dare una risposta efficace e tempestiva a tali dinamiche e per diventare promotori e produttori di benessere nella complessa e mutevole età adolescenziale, la cooperativa sociale La Strada s.c.s. e l’Associazione L’Impronta, con il partenariato di CGM, hanno deciso di dare vita ad un intervento integrato pubblico-privato in collaborazione con l’ASST Santi Paolo e Carlo e sostenuto da Fondazione Cariplo.

Nasce così il progetto V.I.T.A. – Visioni Integrate per il Trattamento degli Adolescenti, un progetto “ponte” tra il servizio di NPI (Neuropsichiatrie Infantili), i servizi educativi e il territorio di appartenenza degli adolescenti.

Le aree

I territori interessati dal progetto sono la zona 4 e la zona 5 di Milano in cui le realtà promotrici agiscono già da anni: il radicamento territoriale, infatti, rappresenterà la chiave vincente per avere a disposizione, nel minor tempo possibile, risorse professionali qualificate per dare inizio agli interventi.

L’obiettivo

 

Le attività del progetto sono destinate agli adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni: per loro, l’obiettivo principale è la creazione di un percorso individuale basato sulle necessità e bisogni di ognuno. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare negli adolescenti alcune capacità fondamentali, come la coscienza delle proprie azioni e riflettere e apprendere da ciò che si vive, la disponibilità al confronto e al cambiamento. Il gruppo è il luogo perfetto in cui misurare le competenze relazionali, per sperimentarsi, individuarsi e raggiungere man mano la propria autonomia. Per questo, momento importante del progetto, sarà l’avvio di laboratori multidisciplinari che si svolgeranno costantemente sotto la supervisione dell’equipe.

V.I.T.A., inoltre, lavora anche in ottica di prevenzione: saranno promossi momenti di conoscenza, confronto e formazione rivolti ad insegnati e genitori, affinché diventino consapevoli dei “campanelli d’allarme” rispetto all’insorgenza di sintomi di natura psicologica. La finalità è accompagnare i ragazzi verso un ritorno alla normalità delle loro vite e facilitare le dinamiche che fungono da fattore di protezione.  

La pandemia ha abbassato la soglia della sofferenza individuale”-  afferma Stefania Folli di CGM  L’isolamento e l’inattività dacché erano un fenomeno stigmatizzato, oggi sono considerati una strategia percorribile e accettabile da tutti i ragazzi per superare anche problematiche d’ansia di lieve entità. Il rientro a scuola e nella società per molti è stato davvero difficile, soprattutto per coloro che non erano stati in grado in precedenza di costruirsi relazioni forti con i propri compagni. Attraverso V.I.T.A, grazie a una rete territoriale già forte e attiva da tempo, vogliamo dare un aiuto concreto ad una problematica silenziosa, che spesso non è vista dagli adulti presi dai problemi della vita quotidiana. Le richieste sono tante e la sola realtà sanitaria pubblica non riesce a coprire tutto: la rete sociale può e deve entrare in dialogo con le realtà locali per aiutare così l’intera comunità.”

 

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Impresa sociale e cultura. Da approccio esplorativo a strategia intenzionale.

Da approccio esplorativo a strategia intenzionale. Potremmo riassumere in questo modo il “cambio di passo” di CGM rispetto al rapporto tra impresa sociale e cultura e che si è reso particolarmente evidente nell’hub di artigianato sociale “MATERiA ViVa” promosso dal nostro socio La Città essenziale e sostenuto da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Fondazione CESVI. 

L’esplorazione della dimensione della cultura effettuata tra le imprese sociali della rete CGM, grazie a una survey condotta da AICCON, ha restituito più di un riscontro rispetto alle direttrici di questo rapporto e alla loro effettiva consistenza.

“La cultura – afferma Paolo Venturi, direttore AICCON – deve tornare a essere parte del core business della cooperazione sociale e uscire dalla nicchia settoriale. I dati ci raccontano di esperienze e di fermento culturale che devono essere accompagnati per diventare parte di un nuovo ciclo di sviluppo di economie comunitarie”

È infatti emerso che la produzione culturale e la gestione dei beni culturali sono già per molte imprese sociali un’attività “core” rispetto al proprio social business. Inoltre, la rilevanza di queste iniziative è ulteriormente evidenziata dal fatto che molto spesso queste si collocano in posizione centrale all’interno di più vaste filiere e sistemi di welfare e aree territoriali, spesso da rigenerare.

Ultimo, ma non per ultimo, la cultura più che un servizio si delinea come un ingaggio per persone con fragilità, giovani in particolare, e per comunità sia territoriali che di scopo.

Tutto questo naturalmente non è senza conseguenze a livello organizzativo: le imprese sociali in campo culturale sono impegnate in azioni di reskilling dei loro collaboratori, molti dei quali già operano in veste di “operatori sociali culturali”, e nella ridefinizione dei loro business model che in questo campo sono ancora molto connotati dall’accesso a risorse donative di provenienza filantropica, con uno spazio ancora limitato per scambi di mercato.

Probabilmente questo processo di change management può essere sostenuto, grazie anche al supporto di CGM, attraverso un miglior posizionamento all’interno di ecosistemi culturali ricchi di interlocutori con cui attuare un salto di qualità dell’offerta e degli investimenti. Con la consapevolezza che oggi l’impresa sociale è sempre meno un “parvenu” in campo culturale, ma sempre più un soggetto che, grazie anche a queste attività, contribuisce a rigenerare la propria missione: nel senso che oggi un’impresa sociale è tale nella misura in cui coltiva e investe sulla sua base culturale.

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In avvio il corso di Metodologie e tecniche di Progettazione sociale

Il Progettista ha un ruolo fondamentale nelle imprese sociali, poiché connette le idee innovative ed i servizi in un piano articolato e sostenibile, sviluppa e concorre alla realizzazione di progetti assumendosene la responsabilità di processo: ideazione, pianificazione, redazione, gestione, controllo e monitoraggio, valutazione di risultato e di impatto, rendicontazione.

Ecco perché insieme a Scuola di Impresa Sociale proponiamo il corso di Metodologie e tecniche di Progettazione sociale con l’obiettivo di fornire strumenti metodologici per la stesura di progetti in ambito sociale. 

Finalità

 

Lo scopo è apprendere le tecniche per articolare un progetto e i suoi contenuti in una sequenza complessiva coerente, completa, fattibile e dettagliata, anche in coerenza con le principali voci dei formulari. 

Sviluppare una ipotesi di logica di intervento, coerente e completa, formulando le corrette domande agli stakeholders e partner di progetto. Pianificare la realizzazione di un progetto, definendo ruoli, attività, scadenze, processi gestionali e valutativi, strumentazioni, output e deliverables, analisi dei rischi con relativi piani di mitigazione o di risposta contingente al rischio. Elaborare un piano dei costi sostenibile, coerente con le attività e i risultati, coerente con i vincoli del bando e dei regolamenti di riferimento sull’eleggibilità delle spese. Monitorare la realizzazione del progetto promuovendo processi di miglioramento continuo.

Metodologia

 

La metodologia didattica applicata al percorso è di tipo partecipativo-attivoprevede laboratori di tipo esperienziale che richiedono al partecipante contributi personali, la condivisione di esperienze e strumenti che possano essere connessi ed alternati a momenti di sistematizzazione teorica dei contenuti.

Destinatari

 

Il percorso è destinato a dirigenti, direttori d’area, responsabili gare, coordinatori di servizi, che potranno implementare le competenze con nuovi strumenti.

Informazioni

 

Durata : 56 ore

Luogo: Scuola di Impresa Sociale, Via Ermanno Barigozzi, 24 | Milano

Costo: 2.000 Euro

Pagabili con voucher regionali e fondi interprofessionali

Al termine del percorso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.