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Formazione News Project

Dati e analisi per leggere e agire sulle risorse umane nel sociale. Il progetto PRISMA di Consolida

Ha vinto la prima edizione della call ‘Segnali dal futuro’ intitolata a Claudia Fiaschi e realizzata da CGM, in occasione della Convention di Bologna. Il progetto consiste in una piattaforma per migliorare l’attrazione, la retention e la gestione dei lavoratori delle cooperative sociali tramite analisi dati e politiche datadriven.

“Se penso al sottotitolo della Convention, questo è un progetto scaturito proprio dalle ‘intelligenze collettive’ delle nostre cooperative”. Chi parla è Lorenzo Guerra, presidente del Consorzio Consolida di Lecco. Il progetto è PRISMA, vincitore della prima edizione della call ‘Segnali dal futuro’ intitolata a Claudia Fiaschi e realizzata da CGM, in occasione della Convention di Bologna, per conoscere e valorizzare servizi, progetti, processi, pratiche e prodotti, contenenti innovazioni rispetto alla sfide trasformative e di frontiera sul tema “Dati, infrastrutture «phygital» e intelligenze collettive”.

“Abbiamo partecipato alla call – racconta Lorenzo Guerra – con la voglia di misurarci su un progetto innovativo, di metterci a confronto con altre esperienze. Aver vinto ci rende contenti e orgogliosi: l’applicazione di strumenti digitali non è certo il nostro core business, ma aver avuto il riscontro positivo da parte di persone esperte e con uno sguardo ampio, ci ha confermato che la direzione intrapresa è quella corretta”. Quale DIREZIONE? Quella di sviluppare strumenti digitali e processi per migliorare l’attrazione, la retention e la gestione dei lavoratori delle cooperative sociali tramite analisi dati e politiche datadriven. Il Consorzio Consolida ci sta ragionando fin dal 2021 e lavorando concretamente da circa un anno. Con una modalità collettiva, quella del Tavolo Risorse Umane che riunisce i referenti delle cooperative, Confcooperative dell’Adda e Unioncoop sul tema delle HR.

Lorenzo Guerra, presidente del Consorzio Consolida

“Dopo la pandemia – racconta il presidente di Consolida – ci siamo interrogati sulla mancanza di figure sociali da inserire nei nostri organici, una condizione che stava mettendo in difficoltà l’offerta di alcuni servizi. Avevamo l’esigenza di oggettivizzare le nostre percezioni. Abbiamo cominciato a raccogliere dati, ma poi ci siamo resi conto che occorreva rendere strutturale il processo”. Da qui, la realizzazione e la messa a disposizione delle cooperative di un Data Warehouse e di un Data Mart, alimentati con i dati del Centro Servizi Unioncoop Lecco – Sondrio che si occupa di servizi di consulenza del lavoro per le cooperative e quindi possiede informazioni preziose sulle Risorse Umane, ad esempio su contratti e stipendi.

Nel frattempo, Consolida ha concluso anche una ricerca condotta con Euricse dal titolo “Lavorare in cooperativa oggi: la voce dei nuovi professionisti della cura e il turn over nelle imprese sociali”, coinvolgendo oltre 1.200 giovani cooperatori, 24 cooperative e 2 consorzi territoriali. E ha strutturato sul progetto una collaborazione con la società Sixs, Soluzioni Informatiche per il Sociale, che da anni progetta in maniera condivisa e realizza soluzioni tecnologicheadatte ad affrontare le necessità emergenti delle cooperative sociali in ambito digitale. “Quali sono stati gli esiti di tutto questo lavoro? – continua Lorenzo GuerraInnanzitutto, le cooperative hanno ora dati uniformi, omogenei, efficienti e confrontabili, da inserire nelle proprie rendicontazioni sociali sul tema delle Risorse Umane. Con analisi multidimensionali, report e cruscotti. Ora, la sfida è quella alimentare ulteriormente il sistema aprendo ad altre fonti di dati e di implementare le capacità analitiche affinché le cooperative possano ricavare dai dati importanti insight per migliorare i propri processi decisionali”. Per fare questo occorre una figura professionale specifica, il Data Analyst, che sia in grado di collegare i numeri alle domande strategiche delle organizzazioni, interrogando i dati in maniera opportuna e creando dashboard su misura. “Una figura che non esiste nelle nostre organizzazioni – prosegue il presidente di Consolida – e che potremmo mettere a disposizione come rete. Il rischio, in alternativa, è quello di avere i dati ma trattarli male
oppure non trattarli proprio”
.

Il percorso di sviluppo ulteriore del progetto PRISMA è quindi da avviare, anche con la collaborazione di CGM, proprio in virtù della vittoria della call ‘Segnali dal futuro’. “A partire da quanto fatto – conclude Lorenzo Guerra – poter partecipare al percorso di Open Innovation di CGM è una grande opportunità. Per fare il salto, c’è bisogno di competenze sofisticate e di rete. Noi, per quanto ci compete, siamo felici di mettere a disposizione di altre realtà e del mondo della cooperazione in generale il nostro lavoro. Siamo convinti che solo insieme possiamo rispondere alle sfide trasformative dell’oggi, come quelle della transizione digitale anche nel campo dell’HR”.

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Formazione News

Master BEEurope: iscrizioni aperte per diventare esperti nella progettazione europea

Sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione del “Master BEEurope” in europrogettazione, iniziativa formativa della Fondazione Triulza in collaborazione con CGM, DIESIS Network e CSVNet Lombardia, per chi vuole diventare esperto nella progettazione europea.

Un master di riferimento in Italia rivolto in particolare alle organizzazioni del Terzo Settore, dell’Economia Civile, ma anche ad aziende ed enti locali. Forma figure professionali e specializzate in materia di progettazione comunitaria.

Si rivolge a laureati e neolaureati, operatori del terzo settore, dell’economia civile, della pubblica amministrazione, liberi professionisti e consulenti.

In un periodo fortemente caratterizzato dall’impatto sociale ed economico della transizione digitale, green e demografica, avere accesso a fonti di finanziamento europee e partecipare alle reti e ai programmi comunitari rappresenta una possibilità di crescita e di innovazione irrinunciabile. Il Master in Europrogettazione – BEEurope implementa nel 2024 il programma didattico rafforzando gli strumenti di management dei progetti e le tecniche di progettazione volti a garantire una maggiore efficacia e impatto dei progetti e dei programmi.

  • Punti di forza: 28 ore di esercitazioni pratiche e docenti esperti e professionisti che lavorano nella presentazione e valutazione di progetti UE
  • Format ibrido: online + esercitazioni in presenza in MIND Milano Innovation District (fruibili anche online)
  • Durata del Master: 72 ore. Dal 14 ottobre al 23 novembre 44 ore da remoto con lezioni il venerdì pomeriggio (4 ore) e sabato mattina (4 ore). Dal 25 novembre al 29 novembre 28 ore in presenza (6 ore al giorno per una settimana)
  • Posti limitati. Valutazione delle candidature in tre step.

Gli interessati possono già inviare le proprie candidature che saranno valutate il 15 luglio26 agosto e 16 settembre, fino ad esaurimento posti. I candidati dovranno inviare il proprio CV a segreteria@fondazionetriulza.org e saranno contattati per un colloquio conoscitivo.

BCC Caravaggio mette a disposizione borse di studio per i suoi giovani soci – 90% della quota complessiva del Master.

“BEEurope, Bet on European Energies” è un sistema di strumenti di capacity building lanciato nel 2017 da Fondazione Triulza in partnership con Fondazione Cariplo per dare un sostegno concreto all’internazionalizzazione delle organizzazioni del Terzo Settore e dell’Economia Civile, migliorare la loro capacità di accedere ai fondi UE e partecipare a progetti internazionali d’innovazione sociale. Il progetto intende contribuire, con competenze, formazione, informazioni e servizi, alla crescita e al rafforzamento delle organizzazioni non profit e dell’economia civile.

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Eventi Formazione News Project

Convention, candida il tuo ‘segnale dal futuro’. La call dedicata a Claudia Fiaschi

Una call alla rete (e non solo) per conoscere e valorizzare i vostri ‘segnali dal futuro’, ovvero servizi, progetti, processi, pratiche e prodotti che contengono innovazioni rispetto alla sfide trasformative e di frontiera. La dedichiamo a Claudia Fiaschi, già presidente CGM e del Consorzio Coeso, Vicepresidente di Confcooperative e già Portavoce del Forum Terzo Settore, recentemente scomparsa.

In occasione della quindicesima edizione della Convention, CGM lancia una call interna ed esterna alla rete per esplorare, mappare e conoscere i “segnali dal futuro” che le organizzazioni stanno portando avanti e che meritano di essere condivisi perchè contengono un potenziale di innovazione.

Selezioneremo 6 segnali dal futuro per creare occasioni di apprendimento interni alla rete durante e dopo la convention.

Dedichiamo questa prima edizione della call a Claudia Fiaschi, già Presidente di CGM, del Consorzio Coeso, Vicepresidente nazionale di Confcooperative e Portavoce del Forum del Terzo Settore, recentemente scomparsa. Una donna che ha segnato in
maniera indelebile, con lucidità e visione, il cammino e lo sviluppo della cooperazione in Italia.

Un segnale dal futuro è qualcosa che contiene un seme di futuro. Possono essere servizi, progetti, processi, pratiche e prodotti che contengono innovazioni rispetto a sfide trasformative e di frontiera.

● Perchè siamo alla ricerca di strategie emergenti, intuizioni e direzioni che la rete sta portando avanti in risposta alle sfide del nostro tempo
● perchè crediamo nello scambio e nell’apprendimento interno alla rete
● perchè vogliamo supportare lo sviluppo di azioni “coraggiose”
● perchè vogliamo osservare da vicino e sostenere la nascita di esperienze innovative e sperimentali su alcune aree emergenti per noi strategiche

Dati, infrastrutture «phygital» e intelligenze collettive

La prima call di segnali dal futuro riguarda l’innovazione attraverso il digitale e l’uso dei dati. Siamo nel pieno di un’era data driven, che influisce in maniera evidente su preferenze, scelte di consumo, esercizio del potere. Il digitale, infatti, si presenta come un ambito di per sé trasformativo e “disruptive” e, al tempo stesso, il campo del “sociale” appare ancora come una frontiera di innovazione digitale, sia in termini di applicativi e strumenti ma anche di nuove culture d’uso.

L’impresa sociale, che nel tempo ha saputo costruire in modo artigianale una sua cultura del dato legata principalmente a esigenze di monitoraggio e rendicontazione, si trova oggi sempre più esposta a flussi informativi in grado di generare nuovi contesti all’incrocio tra analogico e digitale (piattaforme, metaverso, intelligenza artificiale ecc.) all’interno dei quali è possibile elaborare modelli innovativi di cura, educazione, inclusione. Da qui parte la necessità di intercettare e dare visibilità a quelle esperienze che stanno tendendo queste direzioni. L’impresa sociale può rappresentare lo scrigno di governance per tutelare e gestire i dati personali e collettivi come beni comuni, in particolare se relativi a dimensioni di fragilità e scelte personali, al fine di metterli al riparo da meccanismi sempre più evidenti e pervasivi di estrazione del valore.

Servono quindi nuove direzioni da perseguire per una gestione efficace e sostenibile della nuova disruption tecnologica.

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Formazione News Welfare

Inserimenti lavorativi di qualità, call di Fondosviluppo per le cooperative

Una call – Inclusione.coop del Fondosviluppo – per supportare e qualificare percorsi di inserimento lavorativo e integrazione sociale di persone svantaggiate, a favore di Cooperative di tipo B e miste/ad oggetto plurimo (tipo A e B). Il nostro Consorzio CGM fornisce assistenza alle attività formative, accompagnamento e monitoraggio.

Fondosviluppo, il fondo mutualistico di Confcooperative, per promuovere lo sviluppo della cooperazione come da mission istituzionale, ha lanciato “Inclusion.Coop”, una call per sostenere le cooperative sociali nel percorso di inserimento lavorativo e di integrazione sociale di persone svantaggiate. L’obiettivo? Favorire un modello che mette a sistema risorse e competenze in una logica di sviluppo imprenditoriale.

Lo stanziamento ammonta a 500.000 euro e punta a supportare percorsi di inserimento lavorativo qualificati, basati su più pilastri che comprendono la formazione e l’integrazione sociale e relazionale a vantaggio delle persone assunte.

Ma chi può partecipare alla call? Sono ammesse Cooperative sociali di tipo B e miste/ad oggetto plurimo (tipo A e B) con prevalenza delle attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, desumibile dal fatturato, operanti in tutto il territorio nazionale ad esclusione delle Regioni dotate di un proprio Fondo Mutualistico (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta). Le cooperative ammesse devono essere aderenti a Confcooperative e in regola con il versamento dei contributi associativi e del 3% del Fondo mutualistico. Non sono ammesse le cooperative che abbiano già beneficiato degli interventi del Fondosviluppo negli ultimi tre anni.

Fondosviluppo sostiene un numero massimo di tre lavoratori per ciascuna cooperativa ammessa alla call riconoscendo un contributo una tantum pari a massimo 7.000 euro per persona svantaggiata assunta.

Per le persone svantaggiate già assunte nel corso dei 12 mesi precedenti la candidatura, il contributo sarà riconosciuto in un’unica soluzione al momento dell’ammissione alla call. Per le persone svantaggiate che saranno assunte nel corso dei 12 mesi successivi alla data della candidatura, il contributo sarà riconosciuto in due tranche: la prima all’inizio del percorso formativo di inserimento e la seconda tranche al momento dell’assunzione.

Il nostro Consorzio CGM, insieme a Idee in Rete e su incarico di Fondosviluppo, fornirà assistenza alle attività formative, accompagnamento e monitoraggio.

Le richieste possono essere presentate fino al 31 marzo 2025 mediante invio all’indirizzo mail fondosviluppo@confcooperative.it della documentazione disponibile alla pagina dedicata sul sito di Fondosviluppo: CLICCA QUI.

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Educazione Formazione Storie Welfare

Edugamers in tutta Italia per promuovere il gaming consapevole e le relazioni

Trenta Edugamers da Torino a Roma promuovono socializzazione, apprendimento e prevenzione attraverso i videogiochi. Martina di Crescere Insieme li coordina e dice: “Spesso i videogiochi sono fonte di tensione nelle famiglie. Il nostro approccio avvicina realtà e virtuale, avvicina le persone”

“Quando mi chiedono cosa succede in una Gaming Zone, racconto questo episodio. C’è un ragazzo che frequenta il nostro spazio e gioca sempre da solo allo stesso videogioco. In una modalità particolare: fa esplodere qualsiasi cosa e basta. L’Edugamer, dopo averlo osservato, gli lancia una sfida: costruire qualcosa che possa accogliere gli altri giocatori. Il ragazzo così comincia ad usare la dinamite per fare spazio e creare una sala per concerti con tanto di arredi per ospitare gli altri. Da quel momento inizia a giocare anche con altri ragazzi e a relazionarsi anche fuori dal gioco, facendosi ‘mentore’ per chi non sa utilizzare il videogioco. Questo è il lavoro dell’Edugamer, un lavoro dentro e fuori dal gioco”. Martina Gullone è psicologa e psicoterapeuta della Cooperativa Crescere Insieme di Torino e coordina gli Edugamers su tutto il territorio nazionale nell’ambito del progetto Edugamer for kids.

Ma cosa sono gli Edugamers? Sono professionisti con ottime abilità di gamer che giocano on-line con i ragazzi e li supportano nell’apprendere abilità e nel gestire tempo del gioco ed emozioni, sono consulenti educativi per le famiglie, sono delle guide adulte preparate di connessione tra reale e virtuale, tra esperienze di vita e gaming. “Abbiamo 30 Edugamers attivi da Varese a Roma – continua Martina – Abbiamo costituito una vera e propria community che attiviamo sulla base dei nostri eventi on-line e dei progetti sviluppati sui territori”.
Uno dei luoghi principali in cui opera l’Edugamer è l’EduGaming Zone, uno spazio sociale, un contesto protetto in cui praticare i videogiochi in compagnia, in modo da prevenire comportamenti che potrebbero dare origine a problemi o vere e proprie dipendenze. Al momento ce ne sono quattro concentrate tra Lombardia e Piemonte: tre nelle biblioteche e una in una scuola secondaria di primo grado. La prospettiva è quella di raddoppiarle. “Non abbiamo aperto le Zone in luoghi casuali – spiega la psicologa di Crescere Insieme – Sono tutti luoghi di cultura e già questo cambia l’approccio: anche i videogiochi possono essere strumenti culturali“.
Socializzazione e cooperazione, apprendimento di abilità e e capacità di gestire le emozioni, informazione e prevenzione sono i principali obiettivi perseguiti nelle EduGaming Zone a cui i ragazzi accedono gratuitamente tramite un sistema di tesseramento pensato per promuovere anche attività non legate strettamente al gioco.

“Spesso i videogiochi sono fonte di tensioni nelle famiglie. Lo sguardo che portiamo come Edugamers consente di avvicinare mondi diversi, di creare dei ponti generazionali, di dare le corrette informazioni anche sulle potenzialità di questi strumenti, di coniugare manualità nel gaming e maturità. Colleghiamo ciò che accade dento il gioco con ciò che accade fuori e viceversa per non lasciare i ragazzi da soli, per favorire relazioni, apprendimenti, per promuovere il divertimento sano”, la conclusione di Martina.

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Formazione News Ricerca Welfare

Kids4Impact, misuriamo e valorizziamo le trasformazioni del welfare educativo

Un progetto sostenuto da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo, promosso dal Consorzio PAN, con il Consorzio CGM e Con.Opera come enti attuatori, e partner scientifico Fondazione Zanacan, per descrivere, quantificare e valorizzare i cambiamenti dei servizi educativi. 

Il welfare educativo sta vivendo un momento di forte trasformazione. Grazie alla crescita di finanziamenti mirati, ad esempio sulla povertà educativa minorile, e alle scelte strategiche e operative delle imprese sociali, l’offerta dei servizi si sta arricchendo, attingendo da ambiti non educativi in senso stretto (come quello culturale o artistico), i servizi per l’infanzia si stanno spostando anche all’interno di luoghi “non canonici” (ad esempio le esperienze in outdoor), c’è una migliore capacità di ingaggio delle comunità come attori educanti e un trasformazione digitale con l’avvento di piattaforme phygital.

Per descrivere, quantificare e valorizzare tutti questi cambiamenti, è nato il progetto “Kids4Impact”, sostenuto da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo, promosso dal Consorzio PAN, con il Consorzio CGM e Con.Opera come enti attuatori, e partner scientifico Fondazione Zanacan. Abbiamo coinvolto 16 cooperative e 59 servizi educativi. Ora, sulla base delle loro testimonianze e dei loro contributi, stiamo perfezionando un nuovo dispositivo orientato all’individuazione dell’impatto che renda visibili i risultati delle attività generate dai servizi educativi. 

Fondamentale l’individuazione di KPI diversificati sulle diverse aree in rispondenza dei diversi indicatori su: benessere dei bambini, impatto sulle famiglie, impatto nella comunità di riferimento, integrazione con altre aree/settori, produttività delle imprese, rete di partner/collaborazioni. Il modello individuato sarà poi sperimentato, coinvolgendo un gruppo di valutatori e attraverso la realizzazione di laboratori metodologici. Questo progetto ci permette, inoltre, di creare un centro di competenza, una comunità di pratiche che acquisisca le competenze per l’applicazione del dispositivo e che si autoalimenti attraverso il continuo confronto e scambio di buone pratiche. 

“Il valore di questo progetto per CGM – il commento di Simona Taraschi, responsabile della nostra Area educazione – sta nel fatto che ci ha permesso, da un lato, di confrontarci come imprese e di condividere le dimensioni specifiche dei servizi educativi che riteniamo imprescindibili per misurare il benessere di bambini, famiglie, educatori e il livello di coesione/inclusione e accoglienza all’interno del contesto in cui il servizio è inserito. Dall’altro lato, il progetto, giunto all’avvio della fase di sperimentazione, ci permetterà di riconoscere il valore dei servizi educativi attraverso gli esiti riscontrati non solo sui diretti fruitori, ma anche sulle comunità educanti e questo, mi auguro, possa agire da volano nella sensibilizzazione e nell’approccio culturale dell’intera comunità, soprattutto laddove gli obiettivi numerici sui servizi educativi fissati dall’UE sono ancora lontani dall’essere raggiunti”.

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Eventi Formazione

Uno sguardo diverso sull’impresa sociale: il potere del SEOC

Lei è Silvia Scaramuzza e ha 27 anni. Da due anni lavora in Consolida, il Consorzio di cooperative sociali trentine. Dopo la laurea e l’abilitazione come assistente sociale, ha frequentato un master per la gestione delle imprese sociali. Poi, il tirocinio nella cooperativa Quid di Verona con le donne vittime di violenza e il ritorno a Trento. Per Consolida si occupa di progetti innovativi a livello locale, nazionale ed europeo che riguardano le aree cura e educazione. Un esempio? Sta lavorando ad un progetto europeo che ha l’obiettivo di intercettare e coinvolgere i Neet (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano) attraverso il link worker, nuova figura professionale che fa da ponte tra giovani, comunità e istituzioni, e con l’utilizzo del metodo innovativo del social prescribing. “Ho scelto di lavorare nella cooperazione – comincia – perché è un mondo aperto al nuovo in cui posso portare competenze e conoscenze diverse. Un tema che mi sta particolarmente a cuore è quello dell’adolescenza. Spesso è vissuta solo come un passaggio, invece è una vera e propria epoca e i ragazzi sempre di più ci chiedono di fare un focus su di loro. Legato a questo c’è la questione, che sento molto, del ruolo dell’educatore, troppo spesso sminuito. E’ diverso se le persone che lavorano con questi adolescenti si sentono riconosciuti oppure no, fa la differenza sugli interventi e sui progetti e quindi sugli stessi ragazzi”. 

Silvia è una delle giovani operatrici sociali che parteciperà al Seoc, il Social Enterprise Open Camp in programma a Todi (Perugia) dal 20 al 23 ottobre ideato e promosso da CGM insieme a Opes-Lcef. Quella di quest’anno sarà la sua terza edizione. “La prima volta a San Servolo a Venezia non conoscevo nessuno, l’anno scorso sono andata a Bari-Matera con un collega. Quest’anno tanti operatori che ho conosciuto là mi hanno chiesto se ci sono ancora”, racconta. “Perché ci vado? Perché al SEOC si incontrano professionalità diverse e questo apre a spunti per innovare il nostro lavoro quotidiano. L’approccio multidisciplinare è per me la forza di tutti i percorsi. Quando torno dal SEOC ho uno sguardo diverso. L’innovazione spesso ce l’abbiamo davanti agli occhi e basta poco per coglierla.”.
Uno dei ricordi più significativi del Social Enterprise Open Camp è legato all’intervento di Giovanni Teneggi, responsabile per lo sviluppo delle cooperative di comunità di Confcooperative e direttore di Confcooperative Reggio Emilia. “Il suo speech è durato 10 minuti e mi ha spiazzato – racconta Silvia – Mi aspettavo un approfondimento sulle cooperative di comunità e invece ha parlato del senso della cooperazione. C’era la sala in assoluto silenzio, si percepiva l’emozione. Ci ha riportato tutti all’origine: prima dei problemi, che sicuramente nel nostro lavoro ci sono, c’è la volontà di essere un noi”. 

Ecco perché il SEOC non è solo un evento per giovani. “Junior e senior sono categorie che faccio fatica ad usare – conclude Silvia – Si può essere giovani con esperienza e capacità e senior con ancora la voglia di mettersi in gioco e di sperimentare. Il tema è la spinta delle organizzazioni. Io sono fortunata perché la mia cooperativa mi sprona a partecipare a questo evento. A tutte le cooperative dico: mandate i vostri operatori al SEOC, torneranno motivati e con la consapevolezza dell’importanza del loro lavoro”.

Partecipa al Social Enterprise Open Camp 2023

Se anche tu vuoi partecipare alla prossima edizione del Social Enterprise Open Camp (Todi, 20-23 ottobre 2023) e sei

  • operatore della cooperazione internazionale
  • operatore del mondo dell’associazionismo attivo sui temi dell’inclusione lavorativa di categorie fragili, della migrazione, dell’educazione e formazione e delle nuove generazioni
  • giovane imprenditore, cooperatore o innovatore sociale under 35
  • neolaureato e laureando interessato ad avvicinarsi all’economia sociale e all’impact investing.

puoi applicare alla SEOC Challenge per ottenere una delle borse di studio messe a disposizione nell’ambito dell’iniziativa Innovazione per lo Sviluppo

In copertina SEOC 2022_Photo F. Margutti

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Eventi Formazione

Capitale umano e sociale al centro del Social Enterprise Open Camp 2023

Il Social Enterprise Open Camp, promosso e organizzato da CGM  insieme a Opes LCEF, è alla sua 4° edizione e anche quest’anno sarà un’esperienza internazionale unica nel suo genere che darà l’opportunità di mettere in dialogo realtà che si occupano di economia sociale e condividerà strumenti utili per costruire le imprese sociali del futuro e innovare quelle già esistenti. 

20-23 ottobre 2023
Todi (PG)

Human & Social Capital: il tema

Capitale umano e capitale sociale/relazionale sono elementi importanti e necessari  per lo sviluppo e la crescita dell’imprenditoria. 
Approfondiamo insieme i due concetti: 

  • il capitale umano, secondo l’Ocse, è dato dall’insieme delle conoscenze, abilità, competenze e altri attributi degli individui che facilitano la creazione di benessere personale, sociale ed economico
  • il capitale sociale/relazionale è invece una qualità che scaturisce dall’interazione tra persone; inteso come patrimonio di atteggiamenti e credenze condivisi da una determinata comunità, costituisce uno dei prerequisiti della cooperazione e dell’attività organizzata.

Al SEOC 2023 ci concentreremo su capitale umano e sociale come potenziali motori di cambiamento, sviluppo e crescita in ambito aziendale. Si tratta  di una delle sfide più importanti nel contesto italiano e globale, con cui, soprattutto l’economia sociale, si trova a dover fare i conti: l’urgenza  di essere attrattivi per i giovani, la necessità di formare e trattenere talenti, di sviluppare  competenze manageriali necessarie per innovarsi, rinnovarsi e crescere, di trovare figure professionali specializzate nei servizi di cura  e di welfare e  di valorizzare il capitale umano delle persone più fragili.

Anche quest’anno speaker ed esperti di imprenditoria sociale provenienti da tutto il mondo guideranno i quattro giorni di formazione residenziale.

Un’esperienza resa unica da testimonianze di imprenditori sociali, ma anche da riflessioni e stimoli di mentor, accademici, investitori e protagonisti dell’industria e della finanza che permetteranno ai partecipanti di ampliare il proprio campo d’azione in un melting pot di conoscenze ed esperienze

60 borse di studio per partecipare gratuitamente

Grazie al supporto strategico e finanziario di Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito dell’iniziativa Innovazione per lo Sviluppo, sono disponibili fino a 60 borse di studio per prendere parte gratuitamente all’evento internazionale di formazione dedicato all’imprenditoria sociale e alla finanza a impatto.

Potrai ottenere una delle borse di studio messe a disposizione se appartieni a una delle seguenti categorie: 

  • operatori della cooperazione internazionale
  • operatori del mondo dell’associazionismo attivo sui temi dell’inclusione lavorativa di categorie fragili, della migrazione, dell’educazione e formazione e delle nuove generazioni
  • giovani cooperatori sociali, imprenditori e innovatori sociali under 35
  • neolaureati e laureandi interessati ad avvicinarsi all’economia sociale e all’impact investing.

Per ottenere una delle borse di studio, applica alla SEOC Challenge!

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Formazione

Torna il Master in Europrogettazione BEEurope per il Terzo Settore e l’Economia Civile

Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla nuova edizione del Master BEEurope, un progetto di Fondazione Triulza in collaborazione con il Consorzio Nazionale CGM, Diesis Network e CSVNet Lombardia e in partnership con Fondazione Cariplo.

Il Master propone 40 ore di esercitazioni pratiche in presenza o da remoto su tecniche di scrittura e di rendicontazione, 32 ore online e, novità di questo anno, un modulo opzionale sui programmi in ambito Health – Life Sciences.

Il Master è rivolto a laureati e neolaureati, operatori del terzo settore, dell’economia civile, della pubblica amministrazione, liberi professionisti e consulenti.

Modalità e durata

Format ibrido
Online + esercitazioni in presenza presso MIND Milano Innovation District (fruibili anche online)

Durata
72 ore dal 16 ottobre al 24 novembre 2023

  • 32 ore online (venerdì pomeriggio e sabato mattina)
  • 40 ore (una settimana) di esercitazioni pratiche su tecniche di scrittura e di rendicontazione in presenza o da remoto

Come partecipare

Gli interessati – enti e operatori del terzo settore, cooperative, imprese sociali, professionisti, neolaureati, organizzazioni ed enti locali– possono già inviare le proprie candidature che saranno valutate il 14 luglio25 agosto e 15 settembre, fino ad esaurimento posti. 

I candidati dovranno inviare il proprio CV a segreteria@fondazionetriulza.org e saranno contattati per un colloquio conoscitivo.

Tutte le informazioni e dettagli del Master sul sito di Fondazione Triulza

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Formazione

Parità di genere e imprese sociali: valorizziamo l’identità e promuoviamo l’inclusione e la diversità

Da dicembre a oggi abbiamo già formato sulla parità di genere oltre 35 referenti territoriali delle nostre cooperative socie. Altri stanno per intraprendere il nostro terzo percorso formativo che si svolgerà a distanza con tre appuntamenti nel mese di giugno (ci sono ancora posti disponibili, clicca qui per iscriverti) e che ha l’obiettivo di far conoscere a fondo il tema della parità di genere in azienda, la norma e la sua applicazione. L’interesse del terzo settore per la certificazione UNI PdR 125/2022 è crescente.

Se sono 1362 le sedi aziendali fino ad ora certificate nel paese (fonte Accredia, l’ente di accreditamento degli enti di certificazione in Italia), una buona parte sono sicuramente realtà del welfare. Lo dimostra, in maniera indicativa, un numero lombardo: il 43% delle aziende che Regione Lombardia, tramite Unioncamere, ha finora finanziato proprio sulla parità di genere, in occasione di un bando dedicato, sono del terzo settore. Un caso? Assolutamente no. Diciamo, la conseguenza di un’ottima predisposizione.

“Per molte imprese sociali – spiega Simona Taraschi, responsabile consulenza e formazione di CGM – significa valorizzare prassi, attività e strumenti già in atto che spesso, però, sono date per scontate. Penso ad esempio alla flessibilità oraria in termini di conciliazione vita-lavoro o ai benefit per le dipendenti come tariffe ridotte per gli asili nido o per i servizi domiciliari. Altre aziende queste cose le sbandierano, le cooperative le fanno da sempre ed è importante metterle a valore. Per una riconoscibilità all’esterno e anche per una maggiore consapevolezza da parte degli stessi lavoratori”. 

Ma come funziona la certificazione? Innanzitutto, la UNI PdR 125/2022 misura quanto un’impresa è sensibile ai temi della parità di genere. Lo fa in base a 33 indicatori (KPI) distribuiti su sei aree: cultura e strategia, governance, human resources, opportunità di crescita in azienda, equità remunerativa e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Non tutti gli indicatori devono essere rispettati da tutte le aziende: il set di KPI dipende dal cluster, dalla dimensione dell’impresa.

“L’obiettivo di questa ‘autodiagnosi’ – spiega Simona Taraschi – è favorire una sensibilizzazione al tema della parità e dell’inclusione. Le aziende sono in grado di generare un valore più grande, più alto e più sostenibile se riconoscono il valore delle risorse umane indipendentemente dal sesso. Integrare i punti di vista è sempre una ricchezza”.

Per ottenere la certificazione occorre affidarsi ad un ente certificatore accreditato (in Italia sono 32). Il nostro Consorzio CGM può affiancare le aziende in questo iter con la formazione degli operatori, la consulenza, il supporto all’integrazione con altre certificazioni (ad esempio qualità e ambiente), la gestione del rapporto con l’ente certificatore, anche in un’ottica di riduzione dei costi.

Esistono supporti economici che consentono di sostenere in tutto o in parte le attività di consulenza e certificazione delle aziende. In attesa che si sblocchino i fondi nazionali con i decreti attuativi, si muovono le regioni e i territori. Oltre alla già citata Lombardia, ad esempio a Reggio Emilia la Camera di Commercio ha stanziato finanziamenti sulle certificazioni aziendali, tra cui quella sulla parità di genere. 

Un ulteriore input alla certificazione sono i vantaggi fiscali conseguenti: esonero dei versamenti contributivi previdenziali e riduzione della garanzia fideiussoria per le gare pubbliche. Si aggiunge ai vantaggi la premialità alle realtà certificate in occasione di aiuti di Stato o bandi da parte della Pubblica Amministrazione.

“Cinque nostre cooperative socie hanno già ottenuto la certificazione – conclude la nostra referente – Una trentina stanno affrontando il percorso. Tutte sono soddisfatte. Danno valore a ciò che è già loro, ovvero all’attenzione dedicata alle persone. Senza distinzioni”.