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Orto da asporto, frutta e verdura sostenibili in vendita all’e-bancone inclusivo

Quando l’orto diventa sostenibile, inclusivo e tecnologico. La cooperativa sociale Esserci di Torino che fa parte del Consorzio nazionale Cgm ha partecipato al programma di innovazione tecnologica SocialTech4EU, vincendo il bando con il progetto Orto da Asporto. Ha progettato e realizzato, insieme a esperti di agricoltura sostenibile, designer del prodotto, designer dei servizi, esperti di progettazione e comunicazione ma soprattutto persone con disabilità, un e-bancone con un sistema digitale di ordine e consegna e attrezzature accessibili a tutti.

Abbiamo incontrato Daniela Ortisi, Presidente e Simone Artesi, Consigliere di Amministrazione e Coordinatore del progetto di Agricoltura Sociale che ci hanno raccontato il progetto.

Da dove nasce Orto da asporto?

In realtà tutto nasce tempo prima ed è stata anche oggetto di una tesi di master in agricoltura sociale. La scommessa era quella di far diventare questo settore sempre più tech e soprattutto accessibile a tutti. Da li non ci siamo fermati, siamo andati avanti fino alla candidatura del progetto.

Come siete riusciti a mettere insieme un progetto così ampio?

Quello che noi facciamo tutti i giorni all’interno della nostra cooperativa è dialogare il più possibile con il territorio, con diverse realtà e diversi professionisti, mettere in sinergia diversi mondi. Abbiamo allora cercato di far sedere allo stesso tavolo esperti di agricoltura sostenibile, designer del prodotto, designer dei servizi, esperti di progettazione e comunicazione ma soprattutto il contributo più importante è stato quello di coinvolgere alla progettazione persone con disabilità al fine di rendere davvero inclusivo e accessibile il progetto.

A chi si rivolge e-bancone?

Durante la progettazione abbiamo sempre tenuto fede al nostro input principale, quello di rendere il bancone accessibile a tutti, senza distinzione di target, un banco che sia davvero inclusivo che possa essere utilizzato da chiunque anche persone con disabilità cognitive e fisiche.

Ci raccontate come funziona ?

Un banco che oltre alla vendita tradizionale dei prodotti sarà affiancato da un sistema digitale di ordine e consegna, attivabile fisicamente presso l’e-bancone o online, per aumentare la fruizione, la visibilità e l’offerta per i clienti. Due novità su tutte: una bilancia più facilmente utilizzabile anche da persone con disabilità e un monitor che racconta la storia dei prodotti, il lavoro delle persone e le loro storie.

Perché questo progetto è riuscito ad aggiudicarsi questo finanziamento ed essere scelto tra tanti?

La vera innovazione di questo progetto è la semplicità con il quale si presenta, un progetto che può essere facilmente scalabile e replicabile, accessibile a tutti e che permette l’inserimento lavorativo a 360 gradi.

Quale futuro vi immaginate per Orto da asporto?

Il nostro sogno sarebbe quello di arrivare nei mercati in maniera capillare. Dare voce a tutti i piccoli produttori, allo sviluppo dell’agricoltura bio e sostenibile. Un modello che metta insieme attività imprenditoriali e sviluppo delle cooperative che si occupano di servizi alla persona.

Dove possiamo trovarvi dal vivo?

Il prossimi eventi saranno il 21 settembre a Astibenessere a Chapitombolo Academy in Via Baldichieri,18 Monale (AT), il 22 settembre alla Sagra della patata di Villastellone e il 28-29 settembre a GooGreen ai Giardino Sambuy di Piazza Carlo Felice a Torino.

Non ci rimane che dire… Ci vediamo al mercato!

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Tra longevità e assistenza: costruire e innovare politiche e modelli di servizio sociosanitario

Una nuova direzione per il consorzio nazionale CGM. Dalla Convention di Bologna, parte il 18 settembre (on-line) il gruppo di lavoro sui servizi per la Terza età e la non auto-sufficienza. I temi? Progettazione nazionale ed europea e molto altro. Un’occasione per definire insieme un impianto strategico che consenta a tutte le imprese sociali di investire su alcuni asset chiave.

Oggi in Italia gli over 65 sono un terzo della popolazione e gli anziani non autosufficienti sono più di 4 milioni e nel prossimo futuro questi numeri sono destinati ad aumentare, perchè una maggior aspettativa di vita porta con sè un rischio maggiore di sviluppare condizioni di non auto-sufficienza a causa del decadimento fisico e cognitivo.

All’invecchiamento della popolazione fa eco la progressiva riduzione della popolazione attiva e del numero di figure professionali nell’ambito della cura e dell’assistenza, carenza che mette in crisi la sostenibilità dell’attuale modello.

È necessario riprogettare il sistema dei servizi per la Terza età e la non auto-sufficienza integrando aspetti assistenziali, sociali, sanitari ma anche tecnologici e digitali. Integrando le risorse di pubblico e privato e sviluppando azioni in filiera per nuovi modelli di intervento sostenibili e flessibili nel lungo periodo: dalla promozione di una cultura del benessere, al potenziamento del sistema di prevenzione, alla domiciliarità, ai sistemi di housing fino ai servizi residenziali.

Mercoledì 18 settembre | Ore 10.30
Primo incontro del gruppo di lavoro CGM su servizi Terza età e non auto-sufficienza

Durante la prima riunione si parlerà di

  • Opportunità progettuali: bandi e attività di ricerca
  • Progetti in corso e trasferibilità di servizi e strumenti
  • Sviluppo di opportunità con le società di sistema della rete CGM

Per CGM sono 3 le direzioni che devono essere messe in dialogo fra loro per costruire questo nuovo sistema di offerta:

Le politiche e i sistemi di attuazione che non possono più prescindere dal dialogo e dalla partecipazione del Terzo Settore che deve cessare i panni del “soggetto erogatore di servizi”, ma contribuire alla sua co-costruzione.

Lo sviluppo di nuovi modelli di servizio capaci di superare la frammentarietà delle risposte, tutelare i diritti e garantire un percorso di cura e di presa in carico continuativo e organico.

La progettazione per sviluppare attività di design, sperimentazione e messa a terra di nuovi servizi anche in alleanza con il mondo della ricerca e dello sviluppo tecnologico e digitale.

A partire da alcune esperienze della rete CGM vuole lavorare ad un impianto strategico che consenta a tutte le imprese sociali di investire su alcuni asset chiave come il consolidamento di sistemi di offerte localizzati, l’aggiornamento delle competenze e gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Per partecipare, compilare il form e successivamente verrà inviato il link per accedere all’incontro.

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Fashion for all, la creatività e l’inclusione di Liberi Tutti nella capitale della moda

La moda come processo creativo e strumento di sviluppo per l’inclusione sociale. Questa in sintesi la mission del brand Au Petit Bonheur della nostra cooperativa socia LiberiTutti che, dopo il punto vendita di Torino, ha aperto uno store in Porta Ticinese 73 a Milano. Tra capi sostenibili che abbracciano diversità e inclusione e occasioni di inserimento lavorativo per persone con fragilità.

Tanta voglia di raccontare con passione e determinazione, una lunga intervista ad Alessia Aisosa Catarinella – project manager, progettista sociale, valutatrice d’impatto e molto altro per la cooperativa sociale LiberiTutti.

Come nasce il progetto Au Petit Bonheur?

Nasce come un sogno che parte nel 2019 all’interno di Liberitutti Factory. Il brand Au petit bonher si poneva una sfida quella di far diventare la moda non solo strumento creativo ma anche sviluppo e inclusione sociale per donne fragili.

Direi sfida è riuscita

Dopo il successo dello store di Torino quest’anno abbiamo aperto il nostro secondo punto vendita a Milano, città della moda per antonomasia e ci siamo riusciti mantenendo inalterata la natura del nostro progetto: una moda inclusiva che sia davvero “Fashion for All”.

Quali sono le peculiarità di Au Petit Bonheur?

La visione di una moda che sia slow, i nostri punti vendita vogliono essere non soltanto negozi ma centri di aggregazione, condivisione di storie e di progetti. Una moda lenta contro il fast fashion sempre più incalzante. Tessuti e filiera sostenibile questo significa tessuti tracciati, attenzione all’ambiente e utilizzo di materiali biologici, come il nostro Jersey di cotone prodotto in Italia. Questo tessuto particolarmente modellante ci permette di costruire i nostri capi in maniera free size. E poi il punto di forza del nostro progetto sono le Sartori Sociali, dove donne fragili trovano un lavoro, acquisiscono una loro professionalità e ci permettono di realizzare tutti i capi che compongono le collezioni.

Mi sembra di capire che il valore aggiunto del vostro progetto siano proprio le imprese sociali?

Le nostre imprese sociali svolgono un prezioso lavoro di inserimento lavorativo, azioni di sviluppo territoriale e di comunità favorendo la crescita, la professionalizzazione e la valorizzazione del capitale umano.

Le imprese sociali quindi al centro del cambiamento?

La sfida è proprio questa spingere le nostre imprese sociali a guardare oltre, ad osare ad essere coraggiosi, a portare l’impresa sociale in un mondo da sempre presidiato dai grandi brand e dal profit. Siamo coscienti delle difficoltà ma grazie al nostro know how siamo sicuri che questa sfida possa darci grandi risultati. Per noi questo è il vero processo di cambiamento verso una moda sostenibile.

La Cooperativa Liberi Tutti di Torino fa parte della solida rete del consorzio nazionale CGM. Nel 2019 nasce Liberitutti Factory una nuova idea di impresa sociale, con l’obiettivo di proporre, promuovere e sviluppare competitività sul mercato ad alto valore sociale, nei settori dello sviluppo economico partecipato dai territori.

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Nutritevi di cultura, natura e relazioni per allargare l’immaginazione (anche sociale)

Cgm si prende una settimana di vacanza (gli uffici rimarranno chiusi dal 12 al 18 agosto). Ne abbiamo approfittato per chiedere alla nostra presidente Giusi Biaggi un intervento sulla pausa estiva. Per chi farà le ferie e per chi le ha già fatte perchè diversi servizi delle imprese sociali non vanno in ferie. Lo pubblichiamo qui.

Care cooperatrici, cari cooperatori,

per tanti di noi stanno per arrivare i sospirati giorni di riposo dal lavoro e dalle fatiche quotidiane. Per altrettanti, invece, non ci saranno soste perché, lo sappiamo bene, diversi servizi delle imprese sociali, quelli 7 giorni su 7, spesso 24 ore su 24, necessitano di presenza, presidio, impegno costante; e, per questi, le vacanze arriveranno o sono già alle spalle.

Mi piace condividere con voi una bella riflessione che ci ha consegnato il professor Pierluigi Sacco durante la nostra Convention dello scorso giugno. Sacco ha sottolineato l’importanza che ha il tempo festivo per il nostro sistema cognitivo. Infatti, durante il tempo feriale, il nostro cervello è impegnato a minimizzare gli errori, a prevedere ciò che potrà accadere, a ridurre il più possibile le incertezze per non disperdere eccessive energie. E, per fare questo, vengono in aiuto le norme sociali, le tradizioni e le leggi che aiutano il nostro sistema cognitivo a semplificare.
Durante il tempo festivo, invece, succede esattamente il contrario e il nostro cervello “gioca” ad essere sorpreso. Per questo, attraverso la cultura (i libri, il teatro, l’arte, la musica e molti altri linguaggi espressivi) ci appassioniamo a storie che ci propongono personaggi immaginari immersi in situazioni complesse da risolvere. E noi, immedesimandoci, viviamo mille vite e immaginiamo mondi sociali possibili.

Tutto questo allarga il nostro universo immaginativo, ci aiuta a leggere nella mente degli altri e aumenta la nostra capacità predittiva. Anche per tutto questo, il tempo della festa è indispensabile ed è risorsa fondamentale per rispondere alle sfide adattative complesse che dovremo affrontare.

L’augurio è che quindi per ciascuno ci sia un tempo della festa e che questo possa nutrirsi di cultura, natura, relazioni autentiche. L’augurio va a tutti i lavoratori e le lavoratrici del sociale, ma anche alle persone che stanno maggiormente ai margini. Ne abbiamo tutti un grande bisogno!

Cgm si prende una settimana di riposo; ci ritroveremo presto dentro alle nuove direzioni che l’impresa sociale ha imboccato.

Buon ferragosto!

Giusi Biaggi

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News Project Storie

Controvento. A Brindisi salpa la vela accessibile ed inclusiva

Il progetto, realizzato dalla nostra socia Cooperativa Sociale Eridano in collaborazione con il Circolo della Vela di Brindisi, mira a garantire alle persone con gravi disabilità l’opportunità di raggiungere autonomia e autodeterminazione nella pratica della vela, trasformando
il porto turistico di Brindisi, in particolare la località Materdomini, in un punto di riferimento per la vela accessibile.

A Brindisi un progetto per rendere la vela accessibile e inclusiva anche alle persone con gravi disabilità. La Cooperativa Sociale Eridano, impegnata dal 2006 in attività di assistenza, riabilitazione psicosociale e formazione professionale a persone con disabilità, e appartenente alla solida rete del Consorzio Nazionale CGM, ha dato vita a Brindisi al progetto Controvento. La forza della vela. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Circolo della Vela di Brindisi, mira a garantire alle persone con gravi disabilità l’opportunità di raggiungere autonomia e autodeterminazione nella pratica della vela, trasformando conseguentemente il porto turistico di Brindisi, in particolare la località Materdomini, in un punto di riferimento per la vela accessibile.


Grazie al progetto, sarà possibile rendere lo spazio di due imbarcazioni completamente accessibili e pilotabili anche da persone prive di arti o con importanti difficoltà motorie. Sarà presente a bordo anche personale qualificato FIV sia per la formazione
tecnico-sportiva che per la presa in carico da un punto di vista assistenziale e riabilitativo.
L’iniziativa coinvolgerà direttamente 85 persone con disabilità tra i 15 e i 50 anni, di cui il 25% saranno ragazze e donne, già seguite dalla Cooperativa Eridano. Tra questi, 15 sono ospiti della comunità socioriabilitativa “Eridano Dopo di Noi”, 30 frequentano il centro
diurno “Eridano di Giorno”, 10 seguono progetti personalizzati per l’autismo e 30 partecipano ai soggiorni estivi accessibili. Inoltre, grazie a Controvento, 12 tra educatori e terapisti e 4 istruttori sportivi saranno formati per garantire un supporto completo alle
persone con disabilità che si avvicinano alla vela.

Il progetto parte dall’importanza dei benefici sul benessere psico-fisico di chi pratica vela: tale sport contribuisce infatti a migliorare la motivazione, le capacità fisiche di apprendimento, la comprensione e la concentrazione, garantendo soprattutto significativi miglioramenti dal punto di vista relazionale. Gli allievi con disabilità scoprono in questo modo le proprie potenzialità, acquisendo sempre più fiducia in sé stessi.


“La vela è stata inserita tra le discipline paralimpiche, contribuendo ad aumentare il numero di adesioni, circoli e società di Parasailing”, dichiara Francesco Parisi, Presidente Eridano Cooperativa Sociale. “Sebbene il settore nautico e velico a Brindisi goda di una forte risonanza e adesione, in passato non sempre è stato reso accessibile alle persone con disabilità. Attraverso il nostro progetto Controvento, apriamo ad un cambio di paradigma: avremo a disposizione non solo strumenti compatibili con le esigenze di chi ha disabilità gravi ma anche personale adeguatamente preparato per rispondere ad esse. L’obiettivo di fondo è garantire un percorso di crescita per chiunque si affacci a tale sport“.


Il progetto rappresenta un valore aggiunto non solo per la Cooperativa Eridano, che arricchisce ulteriormente i propri percorsi riabilitativi individuali e i soggiorni di vacanza specialistici, ma anche per l’intera comunità: le ricadute valoriali e sociali posizionano Brindisi tra le località che valorizzano un turismo inclusivo e accessibile, abbracciando così le diversità di tutti i viaggiatori.


Controvento è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula, in collaborazione con CESVI.

Cooperativa Sociale Onlus Eridano nasce nel 2006 a Brindisi ed opera su tre principali aree d’intervento: l’area socioassistenziale e riabilitativa; l’area turistica, con particolare attenzione al turismo accessibile, garantendo comfort e servizi adeguati ad ogni tipo di disabilità; e infine, l’area dell’innovazione dei processi di riabilitazione ed inclusione sociale e lavorativa.

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Formazione News Project

Dati e analisi per leggere e agire sulle risorse umane nel sociale. Il progetto PRISMA di Consolida

Ha vinto la prima edizione della call ‘Segnali dal futuro’ intitolata a Claudia Fiaschi e realizzata da CGM, in occasione della Convention di Bologna. Il progetto consiste in una piattaforma per migliorare l’attrazione, la retention e la gestione dei lavoratori delle cooperative sociali tramite analisi dati e politiche datadriven.

“Se penso al sottotitolo della Convention, questo è un progetto scaturito proprio dalle ‘intelligenze collettive’ delle nostre cooperative”. Chi parla è Lorenzo Guerra, presidente del Consorzio Consolida di Lecco. Il progetto è PRISMA, vincitore della prima edizione della call ‘Segnali dal futuro’ intitolata a Claudia Fiaschi e realizzata da CGM, in occasione della Convention di Bologna, per conoscere e valorizzare servizi, progetti, processi, pratiche e prodotti, contenenti innovazioni rispetto alla sfide trasformative e di frontiera sul tema “Dati, infrastrutture «phygital» e intelligenze collettive”.

“Abbiamo partecipato alla call – racconta Lorenzo Guerra – con la voglia di misurarci su un progetto innovativo, di metterci a confronto con altre esperienze. Aver vinto ci rende contenti e orgogliosi: l’applicazione di strumenti digitali non è certo il nostro core business, ma aver avuto il riscontro positivo da parte di persone esperte e con uno sguardo ampio, ci ha confermato che la direzione intrapresa è quella corretta”. Quale DIREZIONE? Quella di sviluppare strumenti digitali e processi per migliorare l’attrazione, la retention e la gestione dei lavoratori delle cooperative sociali tramite analisi dati e politiche datadriven. Il Consorzio Consolida ci sta ragionando fin dal 2021 e lavorando concretamente da circa un anno. Con una modalità collettiva, quella del Tavolo Risorse Umane che riunisce i referenti delle cooperative, Confcooperative dell’Adda e Unioncoop sul tema delle HR.

Lorenzo Guerra, presidente del Consorzio Consolida

“Dopo la pandemia – racconta il presidente di Consolida – ci siamo interrogati sulla mancanza di figure sociali da inserire nei nostri organici, una condizione che stava mettendo in difficoltà l’offerta di alcuni servizi. Avevamo l’esigenza di oggettivizzare le nostre percezioni. Abbiamo cominciato a raccogliere dati, ma poi ci siamo resi conto che occorreva rendere strutturale il processo”. Da qui, la realizzazione e la messa a disposizione delle cooperative di un Data Warehouse e di un Data Mart, alimentati con i dati del Centro Servizi Unioncoop Lecco – Sondrio che si occupa di servizi di consulenza del lavoro per le cooperative e quindi possiede informazioni preziose sulle Risorse Umane, ad esempio su contratti e stipendi.

Nel frattempo, Consolida ha concluso anche una ricerca condotta con Euricse dal titolo “Lavorare in cooperativa oggi: la voce dei nuovi professionisti della cura e il turn over nelle imprese sociali”, coinvolgendo oltre 1.200 giovani cooperatori, 24 cooperative e 2 consorzi territoriali. E ha strutturato sul progetto una collaborazione con la società Sixs, Soluzioni Informatiche per il Sociale, che da anni progetta in maniera condivisa e realizza soluzioni tecnologicheadatte ad affrontare le necessità emergenti delle cooperative sociali in ambito digitale. “Quali sono stati gli esiti di tutto questo lavoro? – continua Lorenzo GuerraInnanzitutto, le cooperative hanno ora dati uniformi, omogenei, efficienti e confrontabili, da inserire nelle proprie rendicontazioni sociali sul tema delle Risorse Umane. Con analisi multidimensionali, report e cruscotti. Ora, la sfida è quella alimentare ulteriormente il sistema aprendo ad altre fonti di dati e di implementare le capacità analitiche affinché le cooperative possano ricavare dai dati importanti insight per migliorare i propri processi decisionali”. Per fare questo occorre una figura professionale specifica, il Data Analyst, che sia in grado di collegare i numeri alle domande strategiche delle organizzazioni, interrogando i dati in maniera opportuna e creando dashboard su misura. “Una figura che non esiste nelle nostre organizzazioni – prosegue il presidente di Consolida – e che potremmo mettere a disposizione come rete. Il rischio, in alternativa, è quello di avere i dati ma trattarli male
oppure non trattarli proprio”
.

Il percorso di sviluppo ulteriore del progetto PRISMA è quindi da avviare, anche con la collaborazione di CGM, proprio in virtù della vittoria della call ‘Segnali dal futuro’. “A partire da quanto fatto – conclude Lorenzo Guerra – poter partecipare al percorso di Open Innovation di CGM è una grande opportunità. Per fare il salto, c’è bisogno di competenze sofisticate e di rete. Noi, per quanto ci compete, siamo felici di mettere a disposizione di altre realtà e del mondo della cooperazione in generale il nostro lavoro. Siamo convinti che solo insieme possiamo rispondere alle sfide trasformative dell’oggi, come quelle della transizione digitale anche nel campo dell’HR”.

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Formazione News

Master BEEurope: iscrizioni aperte per diventare esperti nella progettazione europea

Sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione del “Master BEEurope” in europrogettazione, iniziativa formativa della Fondazione Triulza in collaborazione con CGM, DIESIS Network e CSVNet Lombardia, per chi vuole diventare esperto nella progettazione europea.

Un master di riferimento in Italia rivolto in particolare alle organizzazioni del Terzo Settore, dell’Economia Civile, ma anche ad aziende ed enti locali. Forma figure professionali e specializzate in materia di progettazione comunitaria.

Si rivolge a laureati e neolaureati, operatori del terzo settore, dell’economia civile, della pubblica amministrazione, liberi professionisti e consulenti.

In un periodo fortemente caratterizzato dall’impatto sociale ed economico della transizione digitale, green e demografica, avere accesso a fonti di finanziamento europee e partecipare alle reti e ai programmi comunitari rappresenta una possibilità di crescita e di innovazione irrinunciabile. Il Master in Europrogettazione – BEEurope implementa nel 2024 il programma didattico rafforzando gli strumenti di management dei progetti e le tecniche di progettazione volti a garantire una maggiore efficacia e impatto dei progetti e dei programmi.

  • Punti di forza: 28 ore di esercitazioni pratiche e docenti esperti e professionisti che lavorano nella presentazione e valutazione di progetti UE
  • Format ibrido: online + esercitazioni in presenza in MIND Milano Innovation District (fruibili anche online)
  • Durata del Master: 72 ore. Dal 14 ottobre al 23 novembre 44 ore da remoto con lezioni il venerdì pomeriggio (4 ore) e sabato mattina (4 ore). Dal 25 novembre al 29 novembre 28 ore in presenza (6 ore al giorno per una settimana)
  • Posti limitati. Valutazione delle candidature in tre step.

Gli interessati possono già inviare le proprie candidature che saranno valutate il 15 luglio26 agosto e 16 settembre, fino ad esaurimento posti. I candidati dovranno inviare il proprio CV a segreteria@fondazionetriulza.org e saranno contattati per un colloquio conoscitivo.

BCC Caravaggio mette a disposizione borse di studio per i suoi giovani soci – 90% della quota complessiva del Master.

“BEEurope, Bet on European Energies” è un sistema di strumenti di capacity building lanciato nel 2017 da Fondazione Triulza in partnership con Fondazione Cariplo per dare un sostegno concreto all’internazionalizzazione delle organizzazioni del Terzo Settore e dell’Economia Civile, migliorare la loro capacità di accedere ai fondi UE e partecipare a progetti internazionali d’innovazione sociale. Il progetto intende contribuire, con competenze, formazione, informazioni e servizi, alla crescita e al rafforzamento delle organizzazioni non profit e dell’economia civile.

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Eventi News Welfare

Green LaMiS, a Milano kick off meeting il 3 e 4 luglio. Per rendere più verde l’ultimo miglio dei servizi sociali a domicilio

Nel progetto sono coinvolti 9 partner provenienti da 4 Paesi: Italia, Ungheria, Croazia e Germani. L’obiettivo è di trovare soluzioni di mobilità sostenibile per diminuire l’impatto ambientale e migliorare l’erogazione dei servizi pubblici a domicilio, attraverso una riduzione delle emissioni e del traffico

Il progetto Green LaMiS è finanziato dal Programma Interreg Centrale Europe e si concentra sullo sviluppo di una soluzione congiunta per rendere più verde l’ultimo miglio della fornitura di servizi sociali a domicilio nelle città di medie e piccole dimensioni dell’Europa centrale. 

 Attualmente, i servizi sociali a domicilio sono forniti dalle imprese sociali (SE) per conto delle autorità locali (LA) spesso in modo insostenibile e inefficiente. Molto spesso, quando si parla di mobilità sostenibile e di riduzione delle emissioni di CO2, i servizi di delivery si concentrano su quelle attività che prevedono il trasporto e la consegna a domicilio di prodotti e merci alle persone, mentre non viene considerato l’impatto ambientale legato allo svolgimento di attività a domicilio, soprattutto se legate alla cura e all’assistenza di persone fragili. 

La sfida del progetto Green LaMiS è dimostrare che applicando soluzioni di mobilità sostenibile e ottimizzando i modelli organizzativi, è possibile ottenere un miglioramento a beneficio dell’intera comunità. Il che si traduce in: servizi per tutti ma meglio organizzati; l’utilizzo di mezzi ecologici e sostenibili diversificati in base alle attività da svolgere: assistenza alle persone, assistenza infermieristica, consegne di pasti, trasporto di persone fragili, ecc.; e infine, in migliori condizioni di lavoro per gli operatori dei servizi. Il progetto ha una durata di 30 mesi e svilupperà in primo luogo una strategia comune e un piano d’azione fondato su uno strumento metodologico innovativo che si basa sul calcolo della Carbon Footprint combinato con indicatori aggiuntivi sulla morfologia territoriale e sulle caratteristiche dei servizi sociali erogati.

Ciò porterà alla sperimentazione sul campo  sia della strategia che del piano d’azione nei territori direttamente coinvolti (Bergamo – Italia, Szombathely –  Ungheria, Klis – Croazia) per ricavare gli elementi necessari per la formulazione di una soluzione congiunta . 

Ente capofila del progetto è la Fondazione Politecnico di Milano con un partenariato di soggetti multidisciplinari che coinvolgono: Consorzio Nazionale della Cooperazione Sociale CGM (IT), Comune di Bergamo (IT), Università di Passau – Dipartimento Centouris (DE), Westpannon Team – pubblic non profit ltd (HU), Comune di Szombately (HU), SZTAKI – Istituto di Informatica e Controllo (HU), Eupolis Grupa (HR), Comune di Klis (HR). 

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Eventi News Welfare

Oremo Energia Solidale, la prima CER solidale di Energie per la Comunità

Oremo Energia Solidale. La prima Comunità Energetica di EpC – Energie per Comunità, società creata da Fratello Sole e CGM per la gestione di CER solidali. Ne nasceranno altre 13 in tutta Italia. Oltre alla produzione di energia, l’erogazione di servizi di sostenibilità per il territorio.

A Biella, grazie al sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e all’intuizione di Cascina Oremo, nasce Oremo Energia Solidale, la prima Comunità Energetica di EpC – Energie per Comunità, società creata da Fratello Sole e CGM per la gestione di CER solidali. Oremo Energia Solidale è la prima di 14 comunità energetiche che Fratello Sole e CGM stanno creando in tutta Italia con il supporto di Fondazione Peppino Vismara e di Fondazione con il Sud.

Il modello su cui si basa è denominato Enernoi: sono progetti di energia condivisa e di sviluppo locale di cui gli enti del Terzo Settore sono promotori e protagonisti insieme alla cittadinanza, alle istituzioni e alle imprese. Oltre alla produzione di energia, prevedono l’erogazione di servizi di sostenibilità per il territorio, quali mobilità sostenibile, servizi per il welfare e il benessere delle persone e di distribuzione di prodotti equosolidali a km zero.

In questo caso l’incentivo economico che ne deriverà sarà utilizzato per consentire l’accesso delle famiglie ai servizi di Cascina Oremo, un polo inclusivo dedicato ad apprendimento, sport e orientamento, aperto alla comunità del territorio. 

Secondo le previsioni, saranno prodotti 402,65 MWh di energia, dei quali 168,94 MWh condivisi, evitando così l’emissione di 196,09 tonnellate di CO2 in atmosfera all’anno che corrispondono all’assorbimento di oltre 1000 alberi. Il Tasso di Autoconsumo sarà di circa il 40%, mentre il tasso di Energia Condivisa intorno al 78%.

La base installata e produttiva di partenza di 300 KWh potrà essere ampliata nel corso del tempo fino a 700 KWh. In questo modo, aumenterà la possibilità di intervenire in modo ulteriormente allargato ai bisogni delle persone con fragilità che abitano nel Biellese.

La CERS di Oremo si basa sullo scambio tra l’energia che produce grazie agli impianti e quella che è consumata dai soci della comunità, in un sistema orario e virtuale gestito dal Gestore dei Servizi Energetici. Questo sistema virtuoso trasformerà la connessione virtuale tra produttori e consumatori in un incentivo economico reale che il GSE erogherà direttamente alla CERS. E l’incentivo economico che ne deriverà sarà utilizzato per consentire l’accesso alle famiglie ai servizi della Cascina, dedicati a tutti con particolare attenzione alle nuove generazioni.

Soci fondatori della CERS di Oremo sono: Consorzio Sociale Il Filo da Tessere, La Vecchia Latteria srl, Centro Territoriale per il Volontariato Biella e Vercelli, Cooperativa Sociale Big Picture Learning, Cooperativa Sociale Maria Cecilia, Cooperativa di abitazione CaPi, Cooperativa Terre di Casa, Enoch snc, Semperlux srl. 

Siamo contenti che diventi realtà la prima CER modello Enernoi” commenta Sabina Bellione, presidente di EpC-Energie per la Comunità. “Le comunità energetiche sono il tema del momento, ne nasceranno moltissime nei prossimi mesi, nella nostra visione è però essenziale lavorare con le comunità e sui territori. La leva energetica è solo l’innesco di processi capaci di generare sviluppo locale a partire dai bisogni delle persone. Con questo modello stiamo lavorando alla creazione di 14 CER in Italia che faremo partire entro fine anno.

Cascina Oremo è un progetto strategico per la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e per la comunità biellese anche dal punto di vista della sperimentazione di nuove forme di cooperazione volte alla sostenibilità. In particolare, il contributo di 200.000 mila euro stanziato dalla Fondazione a favore del Consorzio Il Filo da Tessere ha permesso di realizzare a Biella la CERS “Oremo energia solidale”, che avrà come obiettivo produrre un ritorno economico che faciliterà l’accesso delle famiglie ai servizi di Cascina Oremo. Un obiettivo sociale che viene realizzato con i fondi della comunità che ancora una volta la Fondazione ha messo a disposizione del bene comune per generare, in senso letterale e metaforico, ‘energie condivise’. Già oggi, grazie all’utilizzo dei pannelli fotovoltaici installati presso l’edificio di SEMPERLUX, a pochi passi da Cascina Oremo, nell’ambito di un accordo di sistema, la stessa ha avuto nel primo anno di vita un significativo e positivo impatto energetico, in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, grazie all’autoconsumo dell’energia prodotta” afferma Michele Colombo, Presidente Fondazione CR Biella.

Enrico Pesce, responsabile Ricerca e Sviluppo Consorzio Sociale Il Filo da Tessere e Fondatore della CERS Oremo Energia Solidale dichiara: “Siamo felici che proprio a Biella si stia coltivando un progetto lungimirante e sperimentale, che permetterà di condividere l’energia rinnovabile prodotta dal sole. La nascita e la costituzione sono il risultato del lavoro congiunto di enti territoriali – tra cui in primis la Fondazione CR Biella – e nazionali, che desideriamo ringraziare (Gruppo Cooperativo Cgm – Impresa Sociale Fratello Sole – Enernoi – ConfCooperative Piemonte Nord). La forte adesione, che c’è stata già in questa fase, dimostra da un lato una rilevante sensibilità degli attori locali verso i benefici ambientali che derivano dalla produzione di energia pulita, dall’altro conferma come la sostenibilità ambientale possa intrecciarsi proficuamente con la sostenibilità sociale che trova nella CERS una risposta innovativa e concreta, aumentando le opportunità delle famiglie biellesi di partecipare ad attività di apprendimento, sport, orientamento e inclusione che vengono svolte in Cascina Oremo. Questa sfida rivoluzionaria può aprire a sviluppi importanti anche per le aziende del territorio. Oremo Energia Solidale punta a crescere ed è aperta a nuove adesioni del mondo imprenditoriale, che con un minimo sforzo possono far parte di una comunità educante sostenibile“.

EpC- Energie per la Comunità / Enernoi è la società benefit creata da Fratello Sole e CGM Consorzio Nazionale della Cooperazione Sociale Gino Mattarelli per gestire e far crescere CER secondo un approccio innovativo denominato Enernoi. Un modello che concepisce l’energia è solo il punto di partenza per costruire comunità forti e aggreganti, capaci di garantire la durata delle CER e la loro sostenibilità nel tempo e, soprattutto, renderle fattori di sviluppo locale grazie ad un’economia di prossimità, solidale ed inclusiva. 

Le CER Enernoi mettono al centro il Terzo Settore di cui valorizzano la capacità e l’esperienza nell’operare nei territori, cooperando con tutti i soggetti locali, per aggregare e mantenere nel tempo una comunità attorno ad un progetto energetico. Enernoi.it 

Cascina Oremo è il nuovo polo dedicato ad apprendimento, sport, orientamento e inclusione di 8.981 mq con base Biella attivo dall’ottobre 2023. Una struttura sostenibile rigenerata con spazi multifunzionali, piscine, bricks’room e uno spazio multisensoriale interattivo. Il progetto, cofinanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini è stato reso possibile grazie ad un investimento complessivo di oltre 13 milioni di euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. La progettazione e realizzazione delle molteplici attività è a cura di Consorzio Sociale Il Filo da Tessere, la Cooperativa Sociale Domus Laetitiae, la Cooperativa Sociale Sportivamente, la Cooperativa Sociale Tantintenti. Cascinaoremo.it

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Eventi Formazione News Project

Convention, candida il tuo ‘segnale dal futuro’. La call dedicata a Claudia Fiaschi

Una call alla rete (e non solo) per conoscere e valorizzare i vostri ‘segnali dal futuro’, ovvero servizi, progetti, processi, pratiche e prodotti che contengono innovazioni rispetto alla sfide trasformative e di frontiera. La dedichiamo a Claudia Fiaschi, già presidente CGM e del Consorzio Coeso, Vicepresidente di Confcooperative e già Portavoce del Forum Terzo Settore, recentemente scomparsa.

In occasione della quindicesima edizione della Convention, CGM lancia una call interna ed esterna alla rete per esplorare, mappare e conoscere i “segnali dal futuro” che le organizzazioni stanno portando avanti e che meritano di essere condivisi perchè contengono un potenziale di innovazione.

Selezioneremo 6 segnali dal futuro per creare occasioni di apprendimento interni alla rete durante e dopo la convention.

Dedichiamo questa prima edizione della call a Claudia Fiaschi, già Presidente di CGM, del Consorzio Coeso, Vicepresidente nazionale di Confcooperative e Portavoce del Forum del Terzo Settore, recentemente scomparsa. Una donna che ha segnato in
maniera indelebile, con lucidità e visione, il cammino e lo sviluppo della cooperazione in Italia.

Un segnale dal futuro è qualcosa che contiene un seme di futuro. Possono essere servizi, progetti, processi, pratiche e prodotti che contengono innovazioni rispetto a sfide trasformative e di frontiera.

● Perchè siamo alla ricerca di strategie emergenti, intuizioni e direzioni che la rete sta portando avanti in risposta alle sfide del nostro tempo
● perchè crediamo nello scambio e nell’apprendimento interno alla rete
● perchè vogliamo supportare lo sviluppo di azioni “coraggiose”
● perchè vogliamo osservare da vicino e sostenere la nascita di esperienze innovative e sperimentali su alcune aree emergenti per noi strategiche

Dati, infrastrutture «phygital» e intelligenze collettive

La prima call di segnali dal futuro riguarda l’innovazione attraverso il digitale e l’uso dei dati. Siamo nel pieno di un’era data driven, che influisce in maniera evidente su preferenze, scelte di consumo, esercizio del potere. Il digitale, infatti, si presenta come un ambito di per sé trasformativo e “disruptive” e, al tempo stesso, il campo del “sociale” appare ancora come una frontiera di innovazione digitale, sia in termini di applicativi e strumenti ma anche di nuove culture d’uso.

L’impresa sociale, che nel tempo ha saputo costruire in modo artigianale una sua cultura del dato legata principalmente a esigenze di monitoraggio e rendicontazione, si trova oggi sempre più esposta a flussi informativi in grado di generare nuovi contesti all’incrocio tra analogico e digitale (piattaforme, metaverso, intelligenza artificiale ecc.) all’interno dei quali è possibile elaborare modelli innovativi di cura, educazione, inclusione. Da qui parte la necessità di intercettare e dare visibilità a quelle esperienze che stanno tendendo queste direzioni. L’impresa sociale può rappresentare lo scrigno di governance per tutelare e gestire i dati personali e collettivi come beni comuni, in particolare se relativi a dimensioni di fragilità e scelte personali, al fine di metterli al riparo da meccanismi sempre più evidenti e pervasivi di estrazione del valore.

Servono quindi nuove direzioni da perseguire per una gestione efficace e sostenibile della nuova disruption tecnologica.