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Fili tesi, in un podcast trent’anni di risposte ai bisogni inascoltati

A trent’anni dalla nascita della cooperativa Spazio Aperto Servizi arriva “Fili Tesi”una serie audio di Chora Media che racconta le storie di chi grazie a questa cooperativa, ha trovato lavoro, una nuova famiglia, una casa o un ambiente autentico in cui esprimere la propria identità. Sullo sfondo, Milano e i suoi cambiamenti. 

30 anni. In un podcast. La nostra cooperativa socia Spazio Aperto Servizi di Milano ha celebrato i suoi 30 anni di attività, di risposte ai bisogni di tutte le persone nelle diverse fasi della loro vita, pubblicando con Chora Media ‘Fili tesi’, un podcast raccontato da Giuseppe Fiorello. Quattro episodi che intrecciano storie di chi grazie a Spazio Aperto Servizi, ha trovato lavoro, una nuova famiglia, una casa o un ambiente autentico in cui esprimere la propria identità. Sullo sfondo, Milano e i suoi cambiamenti. Il tutto, attraverso voci, testimonianze, letture del passato e del presente.

E allora c’è Marayah, giovane transgender fuggita dalle violenze familiari dopo un outing traumatico; Elisabetta, che, allontanata dalla madre naturale, ha scoperto una nuova famiglia e un ambiente sereno in cui crescere; e Manuela, mamma di Francesco, pioniera nella battaglia per l’autonomia delle persone con disabilità. Persone e famiglie spezzate e poi ricomposte, grazie ai fili tesi da chi ogni giorno sceglie di ascoltare le richieste d’aiuto di coloro che vengono ignorati.

“Il podcast – ha commentato Maria Grazia Campese, presidente di Spazio Aperto Servizi – è uno strumento potente che può arrivare a tutte e tutti, con un linguaggio forte non solo per “addetti ai lavori”. Abbiamo cercato di condensare in quattro puntate una storia corale di tanti anni e tante persone, questo racconto è solo rappresentativo di un legame profondo della nostra organizzazione con la città di Milano”, .

“Sono onorato di partecipare a questo progetto e orgoglioso di fare da tramite, grazie al mio mestiere, per raccontare storie che mettono al centro l’essere umano in tutta la sua complessità e fragilità – ha dichiarato Giuseppe Fiorello – “Fili Tesi” racconta anche il percorso formativo di un gruppo di ragazzi e ragazze che hanno donato il loro tempo, le loro forze e la loro visione a chi ne aveva fortemente bisogno. Sono sempre stato convinto che i visionari come loro, sono e saranno sempre necessari affinché la durezza della vita possa essere attraversata con più coraggio”.

“Questo anniversario speciale è un traguardo di cui essere fieri, ma al tempo stesso è un nuovo inizio, con nuove sfide e responsabilità”, la conclusione di Maria Grazia Campese.

“Fili Tesi” è sulle principali piattaforme audio:
Spreaker – ASCOLTA QUI
Spotify – ASCOLTA QUI
Apple Podcast – ASCOLTA QUI
Google Podcasts – ASCOLTA QUI

Un podcast di Chora Media, scritto da Antonella Serrecchia con il supporto redazionale di Valentina Piva e raccontato da Giuseppe Fiorello. Il fonico di studio è Lucrezia Marcelli. La post produzione e il montaggio sono di Francesco Ferrari di Frigo Studio. La supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli. La senior producer è Anna Nenna. La cura editoriale è di Graziano Nani. 

Sopra la copertina del podcast. Nella foto in evidenza Giuseppe Fiorello, Maria Grazia Campese e Mario Calabrese di Chira Media (Ph. di Francesca Panaioli)

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persone Welfare

Cooperative contro il gender gap, ne parliamo con Sofia Borri

Portate la parità in ambiti strategici come l’educazione

“La parità di genere non è solo un tema di diritti e di giustizia, ma di sviluppo. E non interessa solo le donne, ma tutti, uomini compresi”. Accento milanese, ma origini argentine, mamma di due bambine, Sofia Borri è la Presidente di Piano C, realtà nata a Milano come primo coworking con cobaby d’Italia e ora ‘factory’ nazionale che si occupa di riprogettazione professionale, formazione ed empowerment femminile. Con una laurea in Filosofia e Antropologia e un master in Management delle imprese sociali, Sofia è speaker e formatrice sui temi del gender gap, della rottura degli stereotipi e della sinergia vita-lavoro. Con CGM collabora per il percorso che coinvolge molte cooperative sulla certificazione per la parità di genere UNI PdR 125:2022“Con Piano C – spiega la presidente – incontriamo molte donne che sono formate, qualificate e motivate, ma si trovano fuori dal mercato del lavoro. Le accompagniamo in un percorso che le porta a far emergere il proprio valore professionale ed economico. Come? In gruppo perché la dimensione della rete è fondamentale, attraverso un metodo nuovo che abbiamo sistematizzato e sperimentando”. L’altro pezzo dell’attività di Piano C è dentro le aziende. “Promuoviamo nelle aziende uno sguardo nuovo sul talento femminile – continua Sofia Borri – Valorizziamo le donne motivate e capaci che però non emergono”. Il tutto, scontrandosi spesso con fatiche organizzative e modelli di leadership improntati sull’egemonia maschile. 

In un contesto ancora discriminatorio, dove ad esempio la maternità è vissuta come un’anomalia, la normativa può aiutare a fare passi in avanti. “Innanzitutto – commenta la presidente di Piano C – darsi uno strumento condiviso e agganciarsi ai dati consente di inquadrare la reale situazione e di stabilire degli step di miglioramento. In più consente di misurare le performance positive di un approccio improntato sulla parità di genere, mettendo l’accento sul valore, anche economico, di quel pezzo di capitale umano. Si tratta di una leva potente. Occorre uscire dalla logica che la parità di genere è contro gli uomini. No, è per tutti. Per questo servirebbero politiche più coraggiose che incentivino le realtà a dotarsi di questi strumenti rendendoli vantaggiosi e trasformando quindi nel tempo le prassi organizzative positive in crescita e sviluppo”. Rispetto a questo le cooperative e il terzo settore hanno un ruolo fondamentale. “Da una parte – continua Sofia Borri – perché, per i servizi di cura di cui si occupano, nelle cooperative e nel terzo settore operano tante donne, dall’altra perché alcune prassi contro il gender gap si verificano già, anche se non codificate. Per questo il terzo settore può esercitare una forte spinta al cambiamento. Serve riconoscere ciò che di buono c’è già per valorizzarlo e serve portare la parità di genere in ambiti strategici come ad esempio quello dell’educazione in cui le cooperative sono spesso protagoniste. Che modelli su questo tema le cooperative portano avanti con i bambini e le bambine della fascia 0-6 e 7-11, ma anche con i preadolescenti e adolescenti? Occorre chiedersi e per prime le cooperative devono farlo: come educhiamo alla parità?. Il messaggio finale è proprio per le cooperatrici donne. “Nelle cooperative si concentra tanto talento femminile che non va dato per scontato e che va riconosciuto prima di tutto dalle stesse donne – conclude Sofia Borri – A loro dico: sperimentate l’empowerment, non abbiate paura del potere inteso come esercizio di possibilità e realizzazioni di visioni”. 

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Project Welfare

La cultura che potenzia il nostro core business: dopo la survey parte il percorso di capacity building

Rigenerazione di spazi urbani, potenziamento dell’impatto di interventi di cura e integrazione, gestione di beni materiali o immateriali, produzione culturale, protagonismo nelle filiere economiche a trazione culturale come quella turistica o quella artigianale. 

Le imprese sociali la cultura “ce l’hanno nel sangue”. O meglio la cultura è uno strumento potentissimo per potenziare il core business delle cooperative sociali, dei consorzi e delle reti, con l’obiettivo condiviso del bene della comunità. A dirlo sono le storie delle nostre realtà socie, attive in tutta la penisola sul fronte culturale. A fotografarlo, una recente survey condotta insieme a Aiccon (il Centro Studi promosso dall’Università di Bologna, dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e da realtà, pubbliche e private, operanti nell’ambito dell’Economia Sociale) e al collettivo BLAM.

“Se è vero che la dimensione culturale si è rigenerata nel rapporto con il sociale, allora il sociale deve rigenerarsi nel rapporto con la cultura – ha commentato Paolo Venturi di Aiccon durante il nostro webinar di restituzione della survey – La cultura è elemento costitutivo del movimento cooperativo ed è una grande occasione per rigenerare motivazioni, innovare il rapporto con la pubblica amministrazione, alimentare nuove economie di comunità e trasformazioni territoriali e tornare a mettere al centro della missione la comunità, non come utenza ma come attore che co-produce un valore”.

I risultati della survey: la cultura che trasforma

23 cooperative sociali, 2.789 dipendenti, 107 milioni di fatturato, questi numeri del campione coinvolto nella survey con Aiccon. I risultati? Il 26,1% delle cooperative opera in maniera prevalente nei settori culturali e il 50% dei dipendenti interagisce/coopera in attività/servizi/progetti a matrice culturale. 

principali ambiti di intervento sono: rigenerazione urbana, gestione di beni e infrastrutture culturali, welfare culturale, filiere economiche a trazione culturale. Rispetto alla rigenerazione, fanno scuola le esperienze a Reggio Emilia con il Consorzio Oscar Romero e a Torino con Impresa Sociale Co-abitare, mentre sulla gestione dei beni abbiamo a Napoli, la Cooperativa Proodos che anima il Complesso Monumentale di S. Anna dei Lombardi e a Firenze la Eda Servizi che porta avanti i servizi bibliotecari della rete fiorentina. Poi c’è il welfare culturale di Sol.Co Mantova, gli interventi nelle filiere economiche turistiche a Matera con il consorzio La Città Essenziale, dell’artigianato a Monza con il Consorzio Comunità Brianza,  e dell’agricoltura sociale a Cremona con il Consorzio Sol.Co Cremona. E questi sono solo alcuni degli esempi.

I destinatari degli interventi culturali sono sia persone in condizione di vulnerabilità (il 69,6% di questi sono disabili), sia persone non in condizione di vulnerabilità o vulnerabili potenziali (la maggior parte sono giovani). Dal punto di vista delle risorse economiche, il 65% del campione investe fino al 25% delle disponibilità in cultura e le risorse provengono per la maggior parte da bandi (78,3% di fondazioni, 52,2% comunali, 43,5% regionali), mentre è basso il contributo del fundraising.

Interessante il capitolo delle alleanze. I compagni di viaggio delle cooperative negli interventi culturali sono altre cooperative o imprese sociali, pubbliche amministrazioni, associazioni o Odv, Fondazioni e università. Rilevante la platea di professionisti freelance (43,5%), coinvolti però in maniera occasionale. Il rapporto tra le cooperative e i partner si instaura per di più attraverso una co-progettazione con terze realtà extraculturali (43,5%) o con terze realtà culturali (30,4%). 

La fotografia delle prospettive dice del margine di crescita. Il 35% delle cooperative ha in programma di investire in interventi culturali più di 100mila euro nei prossimi 5 anni, in particolare su ambiti che riguardano innovazione di prodotto e capitale umano. 

Il metodo è la rete: il percorso di capacity building

Partendo da questa situazione, cosa chiedono le cooperative alla rete? Essenzialmente, supporto su risorse umane, strategie di ricerca fondi e co-progettazione, formazione e valutazione di impatto.

“Il tema della cultura come leva del cambiamento – ha concluso Paolo Venturi nel webinar – è un tema potente, ma fragile. C’è bisogno di un metodo e il metodo non può che essere di rete”. E allora, dato l’interesse e il potenziale, come CGM, stiamo per lanciare un percorso di capacity building aperto alle realtà che già realizzano interventi culturali e a quelle che intendono realizzarli. 

Il percorso avrà dei focus: formazione e autoformazione, reskilling del personale e nuove competenze, partnership, modelli di business e capacità progettuali. “Dal punto di vista della rete – spiega Andrea Biondello, consigliere CGM con delega alla cultura – in questo momento, la cultura è importante perché ci permette di riconnetterci alla comunità che abitiamo e questo è fondamentale oltre che per le organizzazioni, anche per le persone fragili che accompagniamo perchè così le rendiamo visibili e non sono residuali. Inoltre, la cultura è uno strumento potente per attrarre nuovi imprenditori sociali, per rappresentare la creatività e la bellezza della nostra azione e attirare nuove leve per le governance del futuro”. 

In copertina Oltre l’Arte, Matera – photo Francesco Margutti

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Educazione Welfare

Nasce V.I.T.A. un progetto integrato pubblico-privato per aiutare i ragazzi con disagio psichico

Una rete di partner integra il servizio di Neuropsichiatria infantile e i servizi educativi del territorio per gli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni della zona 4 e 5 di Milano

La pandemia e il conseguente lockdown sono stati determinanti nell’incremento di un disagio psichico giovanile che negli ultimi anni era già in netto aumento. Le misure di contenimento adottate per evitare il propagarsi del virus hanno modificato la routine quotidiana di ciascuno di noi, ma sono stati soprattutto gli adolescenti a risentirne le maggiori ripercussioni a livello psicologico ed emotivo.

Mentre le richieste di aiuto aumentano vertiginosamente, l’apparato sanitario fatica a intercettare in tempo le patologie prima del loro aggravarsi. Per dare una risposta efficace e tempestiva a tali dinamiche e per diventare promotori e produttori di benessere nella complessa e mutevole età adolescenziale, la cooperativa sociale La Strada s.c.s. e l’Associazione L’Impronta, con il partenariato di CGM, hanno deciso di dare vita ad un intervento integrato pubblico-privato in collaborazione con l’ASST Santi Paolo e Carlo e sostenuto da Fondazione Cariplo.

Nasce così il progetto V.I.T.A. – Visioni Integrate per il Trattamento degli Adolescenti, un progetto “ponte” tra il servizio di NPI (Neuropsichiatrie Infantili), i servizi educativi e il territorio di appartenenza degli adolescenti.

Le aree

I territori interessati dal progetto sono la zona 4 e la zona 5 di Milano in cui le realtà promotrici agiscono già da anni: il radicamento territoriale, infatti, rappresenterà la chiave vincente per avere a disposizione, nel minor tempo possibile, risorse professionali qualificate per dare inizio agli interventi.

L’obiettivo

 

Le attività del progetto sono destinate agli adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni: per loro, l’obiettivo principale è la creazione di un percorso individuale basato sulle necessità e bisogni di ognuno. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare negli adolescenti alcune capacità fondamentali, come la coscienza delle proprie azioni e riflettere e apprendere da ciò che si vive, la disponibilità al confronto e al cambiamento. Il gruppo è il luogo perfetto in cui misurare le competenze relazionali, per sperimentarsi, individuarsi e raggiungere man mano la propria autonomia. Per questo, momento importante del progetto, sarà l’avvio di laboratori multidisciplinari che si svolgeranno costantemente sotto la supervisione dell’equipe.

V.I.T.A., inoltre, lavora anche in ottica di prevenzione: saranno promossi momenti di conoscenza, confronto e formazione rivolti ad insegnati e genitori, affinché diventino consapevoli dei “campanelli d’allarme” rispetto all’insorgenza di sintomi di natura psicologica. La finalità è accompagnare i ragazzi verso un ritorno alla normalità delle loro vite e facilitare le dinamiche che fungono da fattore di protezione.  

La pandemia ha abbassato la soglia della sofferenza individuale”-  afferma Stefania Folli di CGM  L’isolamento e l’inattività dacché erano un fenomeno stigmatizzato, oggi sono considerati una strategia percorribile e accettabile da tutti i ragazzi per superare anche problematiche d’ansia di lieve entità. Il rientro a scuola e nella società per molti è stato davvero difficile, soprattutto per coloro che non erano stati in grado in precedenza di costruirsi relazioni forti con i propri compagni. Attraverso V.I.T.A, grazie a una rete territoriale già forte e attiva da tempo, vogliamo dare un aiuto concreto ad una problematica silenziosa, che spesso non è vista dagli adulti presi dai problemi della vita quotidiana. Le richieste sono tante e la sola realtà sanitaria pubblica non riesce a coprire tutto: la rete sociale può e deve entrare in dialogo con le realtà locali per aiutare così l’intera comunità.”

 

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Eventi Welfare

Parole come ponti: la cultura che abilita

 PAROLE COME PONTI

Il progetto di welfare culturale che avvicina persone fragili e territori attravero il linguaggio espressivo dell’arte

È stato presentato venerdì 25 giugno a Matera “Parole come Ponti”, il progetto di welfare culturale che avvicina le persone attraverso il linguaggio espressivo dell’arte. Testimonianza di una cultura che non vede barriere, categorie distanze e differenze.

Si tratta di un progetto che nasce dall’esperienza, da quei giusti mix di elementi culturali e innovativi capaci di generare co-progettazioni travolgenti e durature come quella nata tra C.H.V Cooperativa Sociale di Solidarietà Onlus, i consorzi La città Essenziale e Sol.Co Mantova con il supporto di CGM.

Un progetto che nasce dalla storia personale di Angelo, un ragazzo nato a Mantova ma che porta nel cuore la terra d’origine della sua famiglia, la Basilicata, cui ha dedicato la poesia “Città di Sasso” che si è aggiudicata il secondo posto al Premio Nazionale di Poesia Terre di Virgilio. La poesia è nata all’interno del laboratorio di scrittura creativa del Servizio Formativo all’Autonomia promosso da C.H.V, un luogo che ha permesso ad Angelo di riuscire a rielaborare i suoi pensieri trasformando il suo linguaggio da astruso e aggressivo a contestuale e pacato. Da subito Angelo ha manifestato la volontà di presentare al Sindaco di Matera la propria poesia e grazie al lavoro del Consorzio Sol.Co Mantova – di cui la cooperativa C.H.V. è socia – e all’incontro con il Consorzio La Città Essenziale di Matera è nato PAROLE COME PONTI. Un ponte per collegare Mantova e Matera, due città capitali della cultura riconosciute dall’Unesco, per dare vita ad un evento pilota che possa porre le basi per nuove progettazioni di Welfare Culturale.

I significati di Parole come Ponti

Parole Come Ponti veicola molti significati: in primo luogo vi è la volontà di dare cittadinanza e riconoscibilità alle parole che raccontano le radici ben solide che legano Angelo alla sua terra d’origine, quelle che lui racconta nella poesia “Città di Sasso” anche senza viverne la quotidianità. Ma anche quello della vicinanza emotiva, comunicativa e creativa che aiuta ad abbattere le distanze imposte dalla pandemia. Il laboratorio di scrittura creativa che ha accompagnato la genesi della poesia di Angelo si colloca nei mesi più difficili del 2020, quando ogni spunto di condivisione e apertura sembrava negato. Parole come Ponti concilia il comune desiderio di arte e bellezza ricercato nella reciprocità delle esperienze.

Welfare Culturale

Parlare di welfare culturale è una sfida interessante e un’occasione quando questo tema viene approcciato in forme non tradizionali. Se i diversi linguaggi dell’arte in questi anni sono stati strumenti di cura, farne un’esperienza di promozione al benessere non solo delle categorie fragili, ma di vero e proprio welfare comunitario, è una vera opportunità per la cooperazione locale. Ritrovarsi in un laboratorio di scrittura creativa e poter pensare che chi aveva una certificazione scolastica potesse sfidare le regole della grammatica affacciandosi al linguaggio poetico, sembrava fino a qualche tempo fa un desiderio visionario. Ma è in questo modo che gli operatori sociali ed educativi si misurano con gli strumenti dell’arte capaci di abilitare la disabilità ed essere un’occasione di riscatto non solo individuale, ma di una comunità intera che si allena a convivere con la diversità come esercizio di cultura.

PAROLE COME PONTI rappresenta una finestra su nuove prospettive di progettazione sociale, provando a costruire ponti fondati su due importanti pilastri della comunità coesa, il welfare e la cultura, e cercando di superare i confini che spesso limitano il reale campo d’azione delle persone più fragili.

Il sogno di Angelo diventa realtà: con le sue poesie lette al tramonto sul palcoscenico dei Sassi di Matera e la musica di Rossella Palagano Quartet del circuito Onyx Jazz Club, inaugurando nel nome della “cultura che abilita” il progetto e la collaborazione tra le due città.

Il progetto “Parole come ponti” proseguirà nei prossimi mesi e vedrà l’attivazione di un gruppo di co-progettazione sul welfare culturale, che coinvolgerà la rete dei consorzi promotori e diversi altri attori del territorio locale e non solo, con l’importante sostegno del Gruppo Cooperativo CGM in un lavoro sinergico che rimarrà aperto anche a livello nazionale.

 

Il silenzio e le distanze di questo anno non hanno spento la concretezza delle nostre cooperative, che hanno continuato a costruire progetti e servizi, un po’ ripensandosi nella forma e nell’organizzazione, e un po’ trovando nuovi canali espressivi per perseguire la visione generativa che ci caratterizza. Abbiamo tutti bisogno di ritrovarci, di dialogare e di confrontarci per continuare ad essere costruttivi, disegnando ponti e sentieri da percorrere. Quello del Welfare culturale è per il Consorzio Cgm uno dei più stimolanti. Ho fiducia che il cammino su cui oggi si incontrano Mantova e Matera diventerà presto un circuito denso di esperienze, persone e significati, foriero di altre connessioni tra le nostre cooperative sociali. È questa la forza dell’impresa sociale che, radicata e centrale nelle nostre comunità, catalizza nuove forme di sviluppo sostenibile, è attrattiva per i giovani e fucina di opportunità” – precisa Giuseppe Bruno, presidente la città essenziale e di CGM.

Sol.Co Mantova ha avuto il compito di supportare la cooperativa C.H.V nel creare un ponte di collegamento tra i due consorzi, Sol.co Mantova e La Città Essenziale, in cui il primo mattone è rappresentato dalla poesia di Angelo Salfi. Da questo primo evento del 25 giugno nascerà – in linea con il Consorzio Nazionale CGM – un progetto sul welfare culturale e su come la progettazione sociale possa sviluppare questa tematica. Il welfare culturale rappresenta un’opportunità di inclusione, di sviluppo di nuove competenze e di riscatto. Le produzioni che escono dai laboratori delle cooperative diventano una modalità per creare ponti non solo tra territori ma anche tra persone. La cultura può quindi essere un mezzo importante per l’inclusione sociale, un messaggio su cui i due consorzi credono molto” – spiega Manuela Righi, presidente di Sol.Co Mantova.

“Siamo convinti che la cultura sia un’opportunità di crescita sia per la comunità sia per le nostre imprese, organizzazioni interdipendenti con i territori di appartenenza. La rete CGM ha acquisito consapevolezza del potenziale della cultura, intendendola come driver di sviluppo e valore altamente trasformativo. Parole come Ponti è la dimostrazione di come la cultura possa essere coesiva, inclusiva e contaminante: ponti tra territori, imprese e persone. Uno stimolo per immaginare insieme un nuovo futuro” – dichiara Andrea Biondello, consigliere di amministrazione CGM con delega alla cultura.

 

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News Welfare

Welfare aziendale e welfare manager: una nuova prassi UNI

Welfare aziendale e welfare manager: una nuova prassi UNI

Dopo l’attenzione alla qualità dei fornitori dei servizi alla persona offerti nei piani di welfare, Prassi di Riferimento UNI 58/2019, come CGM siamo soddisfatti di aver ultimato la stesura di nuove linee guida in materia di welfare aziendale.

È stata infatti pubblicata il 12/04/2021 la Prassi di Riferimento UNI/PdR 103:2021 “Welfare aziendale – Requisiti per la progettazione, la realizzazione e valutazione di progetti di welfare aziendale e requisiti di competenza del welfare manager” a cui CGM ha dato il suo diretto contributo portando l’esperienza quadriennale nel welfare territoriale e nella formazione della figura professionale del welfare manager.

Il tavolo di lavoro, coordinato da UNI,  ha coinvolto esperti provenienti dal mondo delle imprese, della cooperazione, rappresentanti dei consumatori e dell’Università: Sergio Sorgi – Project Leader (eQwa), Francesca Bertè – eQwa, Stefano Bonetto – UNI/CT Servizi, Elisabeth Cellie – Assimoco Spa, Claudio Grossi – Progetica Srl, Francesca Luppi – Università Cattolica del Sacro Cuore, Maria Cristina Osnaghi – Movimento Consumatori Milano, Emanuele Riva – Accredia, Martina Tombari – Gruppo Cooperativo CGM.

La prassi di riferimento definisce

  • i requisiti per la progettazione, la realizzazione e la valutazione di progetti di welfare aziendale
  • il profilo del welfare manager in termini di conoscenze, competenze, responsabilità, abilità capacità organizzative e comunicative
  • le raccomandazioni per la conformità e la certificazione.

La prassi si rivolge a tutti coloro che intendono attivare percorsi di welfare aziendale a regola d’arte e qualificare i welfare manager. La prassi, in sintesi, si rivolge a tutte le imprese determinate a consolidare la propria reputazione sociale attivando welfare aziendale utile ed efficace, in termini di posizionamento e di sviluppo.

Di seguito la notizia ufficiale UNI, che vi invitiamo a consultare:

https://www.uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=10510:progetti-di-welfare-aziendali-e-competenze-del-welfare-manager-pubblicata-la-uni-pdr-103&catid=171&Itemid=2612

La prassi di riferimento è liberamente scaricabile e consultabile a questo link (http://store.uni.com/catalogo/uni-pdr-103-2021), previa registrazione.

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Project Welfare

MASP – Master Parenting in Work and Life

MASP Master Parenting in Work and Life

MASP Master Parenting in Work and Life è un progetto finanziato dall’UE che mira a cambiare la prospettiva della divisione tra lavoro e vita personale, passando da un concetto di equilibrio vita-lavoro a uno di sinergia, e a stimolare una divisione più equa delle responsabilità familiari e di cura tra uomo e donna e a incentivare una maggiore partecipazione femminile nel mercato del lavoro.

Gli obiettivi specifici del progetto MASP sono:

  • sviluppare e testare una strategia di work-life balance innovativa incentrata su due programmi: uno dedicato alle donne disoccupate l’altro rivolto alle imprese e ai loro lavoratori
  • migliorare le capacità e le conoscenze degli attori chiave coinvolti nel processo di conciliazione tra lavoro e vita privata al fine di renderli più consapevoli e implementare misure innovative.
  • sviluppare una partnership multilivello e multi stakeholder sostenibile al fine di creare un modello integrato di intervento.
  • promuovere la conoscenza e la condivisione di esperienze tra i diversi soggetti partecipanti.
  • facilitare l’accesso alle informazioni sui diritti di protezione sociale attraverso la creazione di “kit genitoriali” che includeranno schede
  • informative, la guida MasP, le credenziali per l’accesso ad una piattaforma digitale.

La realizzazione del progetto vede un partenariato internazionale coordinato dal Comune di Milano.

Il progetto è presentato nel dettaglio sul sito del Comune di Milano:

https://economiaelavoro.comune.milano.it/progetti/masp-master-parenting-work-and-life

Partner

  • Agenzia del Lavoro della Provincia Autonoma di Trento – ITALIA
  • AFOL Metropolitana – ITALIA
  • Associazione BIN ITALIA – ITALIA
  • API (associazione piccole medie imprese) – ITALIA
  • Gruppo Cooperativo CGM – ITALIA
  • EUROSMAC
  • LBV (maam Life Based Learning)
  • REVES Network
  • AICCON

La presente ha ricevuto un sostegno finanziario dal programma dell’Unione europea per l’occupazione e l’innovazione sociale “EaSI” (2014-2020).

Esclusione di responsabilità

Le informazioni, la documentazione e i dati contenuti in questo documento sono di esclusiva responsabilità dell’autore e non riflettono necessariamente il parere della Commissione europea. La Commissione europea non è responsabile per l’uso che può essere fatto delle informazioni qui contenute.

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Eventi News Welfare

xave the date: presentiamo welfareX®

XAVE THE DATE

presentiamo welfareX®

Giovedì 10 settembre 2020 ore 10.00 si terrà l’evento di presentazione di welfareX®, il progetto di welfare supportato dalla piattaforma welfareX e nato dall’esperienza sul territorio nazionale di Gruppo Cooperativo CGM e Moving.

La piattaforma aggrega un’offerta di servizi capace di rispondere ai bisogni di tutti con attenzione alla qualità e alla valorizzazione territoriale, abbattendo i confini tra welfare pubblico, territoriale e aziendale.

Interverranno

Martina Tombari, Direttrice CGMoving

Giuseppe Bruno, Presidente Gruppo Cooperativo CGM

Luca Faustini, Amministratore Delegato Moving e Amministratore delegato CGMoving

Stefano Granata, Presidente CGMoving

Franca Maino, Professoressa presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche Università degli Studi di Milano

Paolo Venturi, Direttore Centro Studi AICCON

Mariella Luciani, Responsabile Servizi Sociali e Ufficio di Piano di Tradate (VA)

Monica Villa, Vice Direttore dell’Area Servizi alla Persona di Fondazione Cariplo

Quando

Giovedì 10 settembre 2020
Ore 10.00 – 12.00

Dove

c/o Altavia
Alzaia Naviglio Pavese 78/3 – Milano

Iscrizioni

L’ingresso all’evento sarà solo su iscrizione, riserva il tuo posto direttamente dal sito welfarex.it, il numero dei posti è limitato

Altrimenti puoi seguire la presentazione via streaming, iscrivendoti sempre da welfarex.it e scegliendo l’opzione streaming.
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News Welfare

welfareX®

welfareX®

Pubblico, privato, locale, territoriale, comunale, aziendale sono tutti tentativi di etichettare il welfare.
Negli ultimi mesi abbiamo compreso il carattere essenziale del welfare come bene di prima necessità in termini protezione, cura, inclusione.
Per questo, oggi, al nostro welfare serve una nuova declinazione.

Abbiamo pensato a welfareX® , la piattaforma che aggrega l’offerta di servizi per poter rispondere ai bisogni di tutti: servizi alla persona, servizi educativi, servizi di utilità, servizi ricreativi e tempo libero,  servizi informativi sulle agevolazioni pubbliche e buoni spesa. Il tutto declinato con attenzione alla qualità e alla valorizzazione territoriale.

Su welfareX® hanno accesso tutti: dai cittadini e famiglie che vogliono personalizzare il proprio welfare, ai dipendenti delle aziende di piccole e grandi dimensioni, da partner pubblici e privati di progetti territoriali a destinatari di donazioni o erogazioni liberali.

welfareX® aggrega tutte le risorse pubbliche e private consentendo alle persone che accedono in piattaforma:
– di essere ascoltati e orientati dai nostri welfare manager
– di individuare la risposta al proprio bisogno
– di usufruire delle possibilità offerte in caso siano beneficiari di azioni specifiche
– di acquistare con pagamento diretto in qualunque caso.

Un canale per ogni esigenza

La piattaforma welfareX® nasce multicanale per permettere personalizzazioni grafiche e funzionali che consentono di rispondere alle esigenze dei soggetti promotori promuovendo così nel modo migliore il welfare sul proprio territorio.

Non troverai quindi una piattaforma che si chiamerà welfareX®.

Troverai una piattaforma promossa da un ambito comunale che si chiama tradatewelfare.it, una piattaforma finanziata da un progetto del Fondo Sociale Europeo regionale che si chiama abruzzowelfare.it, una piattaforma che raccoglie i servizi di tutte le cooperative di un territorio che si chiama biellawelfare.it, una piattaforma di welfare aziendale pura cgmwelfare.it, e così via.

Potrai trovare la parola welfare nel nome della piattaforma, con il nome del territorio (sondriowelfare.it) o senza il nome del territorio (welfarebenecomune.it) oppure potrai non trovarla (weforli.it). Ma la cosa certa è che dietro tutti questi nomi c’è solo una piattaforma: welfareX®.

A chi si rivolge?

welfareX® nasce per rispondere ai bisogni della cittadinanza nel suo insieme, non limitandosi a veicolare servizi e prestazioni solo a coloro che avanzano domande esplicite.
Per questo abbatte i confini tra welfare pubblico, territoriale e aziendale.

Cittadini

I cittadini sulle piattaforme dell’ecosistema welfareX® trovano le risposte di qualità per i propri bisogni, in particolare per i carichi di cura, direttamente sul territorio.

 

Comuni

I Comuni possono selezionare servizi di qualità e metterli a disposizione di tutta la cittadinanza. Per i più bisognosi i Servizi Sociali mettono a disposizione voucher comunali con vincolo di utilizzo. La gestione delle domande per bandi o sussidi e la cartella sociale sono totalmente digitalizzate.

 

Aziende

Oltre ai servizi alla persona rispondenti alle linee guida della prassi UNI/PdR 58:2019, welfareX® offre tutti i servizi tipici del welfare aziendale: rimborsi, voucher servizi, voucher viaggi, fringe benefit, ecc.

 

Fondazioni

Per mettere a disposizione fondi per progettualità rivolte a determinate categorie di persone, monitorare e rendicontare in totale trasparenza.

 

Imprese sociali

Con welfareX® le Imprese Sociali diventano promotrici delle piattaforme territoriali che consentono di convogliare le risorse per i cittadini provenienti dalle varie fonti.

 

Realtà territoriali

Ogni ambito territoriale può realizzare il proprio canale della piattaforma, con un nome rappresentativo e un’immagine dedicata.

 

Enti bilaterali

Gli Enti Bilaterali possono veicolare beni e servizi destinati ai propri beneficiari attraverso la piattaforma.

 

Associazioni di categoria

Le associazioni di categoria possono avere la propria versione dedicata della piattaforma per offrire servizi dedicati alla categoria.

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News Project Welfare

Partecipa al progetto MASP

Avviso pubblico per imprese da coinvolgere in attività formative e consulenza

MASP- Master parenting in Work and Life un progetto focalizzato sulla necessità di cambiare la prospettiva della divisione tra lavoro e vita personale.

Se sei un’azienda trentina o con sede in Trentino e vuoi incrementare la tua produttività mettendo al centro i dipendenti nella crescita aziendale, scopri l’avviso pubblico di Trentino Lavoro

Un percorso di formazione e consulenza sui temi del benessere organizzativo e conciliazione vita-lavoro nell’ambito del progetto Master parenting in Work and Life (MASP), di cui Gruppo Cooperativo CGM è partner.

Per maggiori informazioni clicca di seguito e consulta la pagina www.agenzialavoro.tn.it/TESTI-AVVISI/

La presente pubblicazione ha ricevuto un sostegno finanziario dal programma dell’Unione europea per l’occupazione e l’innovazione sociale “EaSI” (2014-2020).

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