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Un luogo dove si annullano i confini e si mettono al centro le buone pratiche

Salernitana di origine, ma torinese di adozione, Maria Gigantino ha 30 anni e lavora alla Cooperativa Sociale Giuliano Accomazzi. Con una laurea magistrale specifica nell’ambito, programma e gestisce i servizi educativi della sua cooperativa. Siccome è una “tipa curiosa”, come si definisce lei, è alle prese da maggio con una nuova sfida, quella del piano integrato urbano della Città Metropolitana di Torino. In particolare, si sta concentrando sulle biblioteche di quartiere che tra tre anni, anche grazie ai fondi del Pnrr, diventeranno dei veri e propri hub di servizi e socialità per il territorio, dei “luoghi dello stare”.

“Come cooperativa – spiega Maria – ci occupiamo di accompagnare il cambiamento, di raccogliere i bisogni, della mediazione territoriale. Un progetto davvero interessante”. Sul SEOC, Social Enterprise Open Camp organizzato dal nostro Consorzio insieme a Opes-Lcef, Maria non ha dubbi: “È una esperienza fantastica. Si annullano i confini e si mettono al centro le buone pratiche. In quei quattro giorni tutti concorrono allo sviluppo della cooperazione”. Due ricordi in particolare dell’edizione 2022, vissuta con altri due colleghi: la plenaria di Giovanni Teneggi di Confcooperative Reggio Emilia (“Ha rappresento la cooperazione in modo fantastico e ci siamo tutti riconosciuti”) e il workshop sulla piattaforma welfareX. “La nostra cooperativa l’ha adottata e ha formato un welfare manager – racconta Maria – ma io non occupandomene direttamente non ne sapevo molto. Al SEOC ho avuto modo di conoscere a pieno welfareX e di approfondire contenuti e spunti da riportare nel lavoro in cooperativa”.

Al Seoc di quest’anno Maria ci sarà insieme ad alcuni colleghi da poco entrati alla Accomazzi. “Sarà anche un’occasione per fare team building con i nuovi arrivati”, commenta. “Anche quest’anno – conclude Maria – sono sicura che tornerò a casa col bagaglio pieno di conoscenze e competenze. Frutto anche del confronto tra cooperanti giovani e cooperanti più esperti che, al SEOC, avviene attraverso un approccio fresco e innovativo”. Un suggerimento per migliorare ancora l’esperienza? “Valorizzare di più i momenti informali perché anche quelli sono occasioni straordinarie di relazioni e di confronto”. 

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Un incontro di esperienze e storie incredibile!

Luca Simmi, ha 28 anni. Laureato in Scienze dell’educazione, è educatore della Cooperativa Nazareth di Cremona. Si occupa di adolescenza e di percorsi di educazione in outdoor. “Ho scelto di lavorare nel mondo della cooperazione – dice – perché le opportunità occupazionali per la mia professione sono per la maggior parte lì e perché l’aspetto comunitario è stimolante per me, in termini di servizi e anche in termini di ambiente di lavoro”. L’anno scorso, per la prima volta, è stato con quattro colleghe della sua cooperativa, al Social Enterprise Open Camp a Bari-Matera. “Non sapevo cosa aspettarmi all’inizio – commenta Luca – Si è rivelata un’esperienza davvero valida. Non solo ho capito di più sul mondo della cooperazione, ma è stata una straordinaria occasione per fare rete. Ho trovato un sacco di giovani provenienti da tutto il mondo con un sacco di idee, pronti a metterle davvero in gioco. Una contaminazione incredibile”.
Dell’esperienza a Bari-Matera, due ricordi in particolare: il discorso di Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative di Reggio Emilia (“Ha messo in luce il senso della cooperazione e la sua prospettiva, me lo porto dentro quell’intervento”) e il gruppo di lavoro per il caso studio su Needsmap, cooperativa sociale turca fondata nel 2015 che attraverso una piattaforma utilizzata da oltre 110mila persone, 350 ONG e 70 organizzazioni mette in contatto persone in difficoltà con individui, istituzioni e realtà che vogliono dare il loro sostegno. “Mi sono trovato in un gruppo con giovani cooperatori spagnoli, tedeschi, lussemburghesi, inglesi, nigeriani – racconta Luca – Ci siamo confrontati in inglese sui possibili sviluppi nel mercato italiano della piattaforma turca. Alla fine, la nostra idea è stata premiata perché Needsmap si è guadagnata lo speech finale. È stato bello vedere come tutti i componenti del gruppo erano disposti a dare una mano”. Con la guida di alcuni leader ‘senior’. “Il SEOC è bello perché ci sono tanti giovani – continua Luca – Contenuti e idee escono proprio dal confronto tra giovani. Poi, ed è fondamentale, ci sono persone più esperte che fanno da facilitatori rispetto soprattutto alla messa a terra di queste idee”.
Quest’anno Luca, lavoro permettendo, parteciperà al Seoc a Todi (Perugia) sul capitale umano. “Anche questa volta sono sicuro che tornerò carico di idee, occasioni e relazioni da mettere in campo poi una volta rientrato a casa”, conclude.

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Trasformiamo i limiti delle cooperative in possibilità

Cosa porto a casa? Che non siamo sempre i più bravi, ma che possiamo imparare molto da mondi che non conosciamo”. Chiara Campion al Social Enterprise Open Camp, l’evento di formazione organizzato da CGM insieme a Opes-Lcef, c’è stata una volta sola, lo scorso anno a Bari-Matera, ma, se il lavoro lo consentirà, replicherà anche quest’anno a Todi per l’edizione sul capitale umano, sociale e relazionale.

Ha 35 anni, è laureata in Lettere moderne e lavora alla Cooperativa L’ovile di Reggio Emilia dal 2016. Il suo ruolo è quello di project manager nell’ambito dell’educazione alla sostenibilità e dal 2021 è anche nel Cda. “Ho iniziato con il Servizio Civile – racconta Chiara – Ero alla sede centrale della cooperativa e ho potuto conoscere persone e progetti molto diversi tra loro. Mi sono innamorata di questo mondo perché si lavora con uno scopo che ha un impatto ampio sulla collettività”. Parità di genere, inclusione e benessere professionale sono i temi che stanno più a cuore alla cooperatrice de L’Ovile. “Non è facile, ma le cooperative devono essere più avanti degli altri su questi punti”, commenta. 

Del suo primo SEOC, Chiara ricorda in particolare l’intervento di Andia Chakava, leader in gender lens investing, e lo speech di Peter Holbrook, AD Social Enterprise UK (Seuk). “Ma stimolanti sono stati anche i dibattiti in gruppo, perché mi hanno aiutato a vedere le cose da un altro punto di vista”, aggiunge.

Partecipare al SEOC mi ha dato una sferzata nel lavoro – dice Chiara – Si tratta di un’occasione per maturare idee nuove o per riviversi in modo differente nel lavoro che si fa. Si conoscono esperienze, magari molto diverse dalla propria, ma che danno spunti da riportare in cooperativa”. 

Un evento di formazione internazionale sicuramente partecipato più da operatori sociali giovani. “Anche la presenza dei ‘senior’ al Seoc è importante – conclude Chiara – Credo molto nello scambio tra generazioni: noi operatori più giovani possiamo solo essere arricchiti nell’incontro con persone che sono nella cooperazione da più tempo e hanno più esperienza; loro, aprendosi ad approcci diversi, possono scardinare pregiudizi e farsi contagiare dalla ‘nostra’ flessibilità. Anche così, e il SEOC me lo ha confermato, riusciamo a trasformare i limiti del nostro lavoro in possibilità”.

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Geneticamente portati alla contaminazione. Vinciamo le sfide dell’oggi

Un’assemblea importante che “mette a terra la bussola”, il nuovo strumento che CGM ha introdotto per rispondere alle trasformazioni della società. Con direzioni ben precise (apertura all’imprenditorialità, interconnessione della rete e innovazione) e funzioni (fare rete, fare cultura e promuovere sviluppo) attivate sulla base degli ambiti. Ieri, a mosso, la spazio di comunità tra Parco Trotter e via Padova a Milano, si è svolta la prima assemblea dei 53 soci di CGM dopo gli Stati Generali di marzo e a conclusione del primo anno di mandato della Presidente Giusi Biaggi.


“CGM – spiega la Presidente Giusi Biaggisi è ridata uno scopo: quello di crescere come sistema abilitante per affrontare le sfide dell’oggi e del futuro, consapevoli dello sviluppo che le nostre cooperative generano ogni giorno sui territori”.

Così, a partire da nuove direzioni e nuove funzioni, per concretizzare la bussola, l’Assemblea dei soci ha di fatto dato il via a otto cantieri tematici che nei prossimi mesi vedranno lavorare fianco a fianco CGM e soci. Digitale, sostenibilità, socio-sanitario, cultura e rigenerazione, educazione, formazione, lavoro e open innovation sono gli ambiti individuati dentro i quali, a seconda dell’analisi e dei contesti, CGM agirà una o più funzioni. E non lo farà da sola, ma cercando di coinvolgere oltre ai soci, anche partner esterni diversi. 

“Tra i cantieri attivi – spiega la Presidente Giusi Biaggi un importante lavoro lo si sta conducendo sul tema della sostenibilità. Argomento ormai più che attuale su cui è stato avviato SER Social Energy Revolution un centro di competenze per la sostenibilità del Terzo Settore con l’obiettivo di accompagnare gli ETS (Enti del Terzo Settore) e gli enti religiosi verso la transizione energetica. Un percorso che abbiamo potuto avviare solo grazie al lavoro fatto con partner esperti come CGM Finance, Fratello Sole, e GNE Finance, un ente spagnolo leader in finanziamenti per la transizione energetica. Partendo dai territori, con la ‘rivoluzione SER’ vogliamo dare un supporto completo a tutti gli enti e generare impatto per le comunità locali”.

Un altro ambito fondamentale è quello del digitale. “CGM, in modo lungimirante, ormai 3 anni fa –  prosegue la Presidente – insieme a Moving, ha creato welfareX® (CGMoving), con l’obiettivo di spingere sul tema della piattaforma digitale negli ambiti del welfare aziendale, del welfare pubblico e dei servizi di welfare a domanda pagante. Vogliamo continuare a lavorarci affinché la piattaforma riesca sempre meglio a gestire la complessità e affinché aiuti le cooperative, non solo o non tanto a rendere visibili i propri servizi sul web, ma a ridisegnare proposte e processi. Il percorso Experience the Change con Social Seed e Collaboriamo, che si è appena concluso, ha consentito una sperimentazione sui territori nell’ambito dei servizi per minori, disabili e anziani. Ma è solo un inizio”. 

 “Mi piace sottolineare – aggiunge Giusi Biaggi – anche il cantiere sul welfare culturale. Da una ricerca condotta con AICCON , ci siamo accorti che è un tema fortemente praticato dalle nostre cooperative. C’è chi fa cultura attraverso la rigenerazione di spazi e delle funzioni che questi luoghi contengono, chi la fa realizzando vere e proprie produzioni culturali di teatro, arte, artigianato, chi gestendo beni artistici e culturali o servizi turistici. Partendo da ciò che c’è, vogliamo supportare la rete per far emergere modelli di business sostenibili e opportunità di connessioni e contaminazioni a livello italiano ed europeo”. 

A prescindere dagli ambiti, la sfida generale è quella di anticipare i cambiamenti. Una sfida da vincere insieme. “Di fronte a tutte le grandi sfide, come in un mare in burrasca, si prova sempre un po’ di paura perché il cambiamento spaventa – conclude la Presidente Giusi Biaggi – Ma dalla nostra abbiamo due cose: la consapevolezza di avere una storia lunga, esperienze e maturità frutto di 20, 30, 40 anni di lavoro delle nostre cooperative sui territori, e la rete, non siamo singoli che potrebbero essere spazzati via dalle onde o dalle mode. E poi, siamo geneticamente portati alla contaminazione, da sempre pratichiamo l’ibridazione. Ecco perché questa sfida la possiamo e vogliamo vincere: perché ce l’abbiamo nel sangue”. 

Prossime tappe: l’aggiornamento sui cantieri nei prossimi Stati generali di CGM e una grande convention, aperta all’esterno, nei primi mesi del 2024.