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L’Ue chiama e Cgm risponde. I nostri impegni per l’economia sociale

A settembre, con il contributo del nostro Open Innovation Manager Flaviano Zandonai, e della nostra Project Manager Sabina Bellione, abbiamo risposto ad una call europea che chiedeva di prendersi impegni concreti per l’attuazione del piano d’azione sull’economia sociale. I nostri “pledges” sono stati accolti e pubblicati. Scopri quali sono.

Di solito quando si partecipa a una call lo si fa per vincere un premio che riconosca il valore della propria proposta, in particolare se innovativa.

Invece questa volta abbiamo deciso di partecipare a un bando particolare che chiedeva ai partecipanti di prendersi degli impegni. Questa originale “call for pledges” è stata lanciata dalla Commissione Europa per una finalità anch’essa piuttosto originale ovvero accompagnare il percorso verso un ecosistema di economia sociale e di prossimità che sia in grado di affrontare la cosiddetta doppia transizione digitale e green. Tutto questo come parte del percorso di attuazione del Piano europeo sull’economia sociale approvato nel 2021 e che sta trovando applicazione anche a livello locale (Bologna e Torino) oltre che nazionale (ormai in dirittura d’arrivo).

Quali impegni ci siamo presi come CGM?

Il primo è di insistere nel processo di “messa in piattaforma” del welfare non solo in senso tecnologico ma anche organizzativo contribuendo così ad allargare e differenziare i nostri sistemi di offerta locale. Una delle principali estensioni in tal senso riguarda la sostenibilità ambientale attraverso le CER che, nei fatti, sono organizzazioni piattaforma promosse peraltro da soggetti ibridi come i prosumer: un po’ produttori e un po’ consumatori. Il secondo impegno riguarda l’open innovation orientata a obiettivi sociali a impatto positivo e duraturo che perseguiamo principalmente attraverso il programma Human Tech cogestito con Entopan innovation.

Crediamo che questi due impegni siano al contempo realistici ed efficaci per fare in modo che l’economia sociale non sia solo una sommatoria di forme giuridiche ma un attore di cambiamento che riguarda le principali “industrie” europee. Un auspicio che alla luce della fase storica attuale diventa sempre più un imperativo per chi, come il nostro Consorzio, vuole contribuire a cambiare le regole del gioco.

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Viaggio nelle CERS #4. A Matera energia pulita, risparmio e investimenti nel welfare locale

Dopo le CERS di Biella (leggi l’articolo), Cernusco (leggi l’articolo) e Genova (leggi l’articolo), vi presentiamo la Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale di Matera, promossa dal Consorzio La Città Essenziale. Un progetto che unisce produzione energetica, inclusione sociale e cittadinanza attiva. “Ogni centesimo guadagnato sarà un’azione concreta per la comunità e per chi è in difficoltà”.

A Matera, con la firma presso il notaio, qualche giorno fa, è stata costituita la prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER), Luc.Energy, promossa dal Consorzio La Città Essenziale e dalle sue consorziate. L’iniziativa ha segnato un passo decisivo per l’innovazione sociale e lo sviluppo sostenibile nel territorio, confermando la vocazione del Consorzio per forme concrete di sostenibilità ambientale che generano benessere condiviso. Un percorso che si è completato grazie a un progetto candidato proprio dal nostro consorzio CGM con La Città Essenziale come partner e cofinanziato da Fondazione con il Sud.

La Comunità Energetica Rinnovabile Luc.Energy consentirà la produzione condivisa e l’utilizzo locale di energia da fonti rinnovabili, un modello che riduce l’impatto ambientale, migliora la sicurezza energetica, incentiva l’indipendenza dalle fonti fossili e costituisce un antidoto concreto alla povertà energetica.

La CER costituita raccoglie l’eredità e il modello virtuoso di “Energia Solidale”, iniziativa del Consorzio La Città Essenziale attiva da anni, che ha dimostrato come interventi di efficientamento energetico e produzione solare possano generare risparmi destinati al welfare territoriale.

Luc.Energy, cooperativa neocostituita nell’alveo delle aderenti a Confcooperative Basilicata, porterà avanti il percorso non solo per l’autoconsumo, ma destinando incentivi e ricavi al rafforzamento del welfare territoriale delle comunità di origine dei soci. Sarà così coinvolta un’area geocomunitaria che comprende Montalbano, Irsina, Marconia, Colobraro, Policoro, Pomarico, Grassano e Matera, dove operano le 9 cooperative costituenti.

“Oggi sanciamo non solo un atto legale, ma un patto con il territorio: produrremo energia pulita, risparmieremo, e ogni centesimo guadagnato sarà un’azione concreta per la comunità e per chi è in difficoltà – ha dichiarato il Presidente del Consorzio La Città Essenziale, Giuseppe Bruno –. La nostra comunità energetica nasce per dimostrare che il modello cooperativo può coniugare sviluppo sostenibile e inclusione sociale”.

Ciò che rende speciale questa nuova comunità energetica è che gli utili non saranno trattenuti, ma devoluti in servizi di welfare in modo strutturale, a beneficio della comunità locale. È il primo caso nella nostra area in cui una CER assume formalmente questo impegno.

A sottolinearlo è stata la Presidente della CER, Rosangela Maino:
“Assumo con orgoglio questo incarico. Il mio desiderio è che il progetto diventi un faro che illumina strade nuove, dove cooperazione, energia e comunità si intrecciano per dare forma a un futuro condiviso.

Coordineranno il lavoro della Presidente: Roberta Picerno (vicepresidente), Cosimo Ambrosecchia, Giuseppe Florio, Sabina Bellione (consiglieri).
La CER parte con una dotazione iniziale di kW provenienti da impianti già attivi e sarà ulteriormente potenziata con la realizzazione e la messa in funzione di nuovi impianti fotovoltaici.

Il progetto rappresenta un esempio tangibile di come il tema ambientale e il tema della giustizia sociale, oggi imprescindibili, possano combinarsi in modo operativo grazie alla cooperazione sociale. Non un punto d’arrivo, ma l’inizio di un percorso che unisce produzione energetica, inclusione e cittadinanza attiva.