Da approccio esplorativo a strategia intenzionale. Potremmo riassumere in questo modo il “cambio di passo” di CGM rispetto al rapporto tra impresa sociale e cultura e che si è reso particolarmente evidente nell’hub di artigianato sociale “MATERiA ViVa” promosso dal nostro socio La Città essenziale e sostenuto da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Fondazione CESVI.
L’esplorazione della dimensione della cultura effettuata tra le imprese sociali della rete CGM, grazie a una survey condotta da AICCON, ha restituito più di un riscontro rispetto alle direttrici di questo rapporto e alla loro effettiva consistenza.
“La cultura – afferma Paolo Venturi, direttore AICCON – deve tornare a essere parte del core business della cooperazione sociale e uscire dalla nicchia settoriale. I dati ci raccontano di esperienze e di fermento culturale che devono essere accompagnati per diventare parte di un nuovo ciclo di sviluppo di economie comunitarie”
È infatti emerso che la produzione culturale e la gestione dei beni culturali sono già per molte imprese sociali un’attività “core” rispetto al proprio social business. Inoltre, la rilevanza di queste iniziative è ulteriormente evidenziata dal fatto che molto spesso queste si collocano in posizione centrale all’interno di più vaste filiere e sistemi di welfare e aree territoriali, spesso da rigenerare.
Ultimo, ma non per ultimo, la cultura più che un servizio si delinea come un ingaggio per persone con fragilità, giovani in particolare, e per comunità sia territoriali che di scopo.
Tutto questo naturalmente non è senza conseguenze a livello organizzativo: le imprese sociali in campo culturale sono impegnate in azioni di reskilling dei loro collaboratori, molti dei quali già operano in veste di “operatori sociali culturali”, e nella ridefinizione dei loro business model che in questo campo sono ancora molto connotati dall’accesso a risorse donative di provenienza filantropica, con uno spazio ancora limitato per scambi di mercato.
Probabilmente questo processo di change management può essere sostenuto, grazie anche al supporto di CGM, attraverso un miglior posizionamento all’interno di ecosistemi culturali ricchi di interlocutori con cui attuare un salto di qualità dell’offerta e degli investimenti. Con la consapevolezza che oggi l’impresa sociale è sempre meno un “parvenu” in campo culturale, ma sempre più un soggetto che, grazie anche a queste attività, contribuisce a rigenerare la propria missione: nel senso che oggi un’impresa sociale è tale nella misura in cui coltiva e investe sulla sua base culturale.