“Siamo andati qui vicino ad arrampicare e una ragazza proprio non ne voleva sapere di provare. Le ho detto: va bene, allora salgo io e tu mi fai sicura. C’è stata. Da quel momento il suo rapporto con gli educatori e con il gruppo è cambiato. Qualcuno ha avuto fiducia in lei e questa cosa l’ha fatta crescere”.
I ragazzi e i giovani hanno voglia e bisogno di outdoor education? Eccome. Non ha dubbi Michele Tranquilli, responsabile dell’area aggregazione giovanile della Cittadella dei giovani di Aosta, il più grande centro culturale e polo di aggregazione giovanile della Valle d’Aosta, voluto dal Comune di Aosta e dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta negli spazi dell’Ex Macello, che collabora con la cooperativa L’esprit à l’Envers per creare proposte di aggregazione e educazione informale per i giovani del territorio.
Qui, nello splendido ecosistema alpino, le politiche educative e giovanili si portano avanti in outdoor, sfruttando anche il patrimonio naturalistico circostante. Interventi di animazione territoriale, incontri tematici a contenuto ambientale, iniziative di avvicinamento alla pratica sportiva, laboratori di esplorazione del territorio. E poi, lo skate park della Cittadella, punto strategico dell’outdoor education che avvicina anche ragazzi tradizionalmente non coinvolti dalle politiche giovanili.
“Coinvolgiamo i giovani in un processo di crescita a contatto con la natura”, la sintesi di Michele. E la risposta è sempre molto positiva. Come quella ottenuta in occasione dell’esperienza di scambio internazionale Erasmus+ proprio incentrata sull’outdoor education (“Abbiamo avuto più adesioni dei posti disponibili e abbiamo dovuto selezionare i partecipanti”). Dal 24 giugno e fino al 1 luglio alla Cittadella 15 ragazzi valdostani e 15 ragazzi irlandesi hanno vissuto un’esperienza di outdoor education dedicata al tema della montagna con laboratori a cielo aperto e attività sopra i 2000 metri. “Una occasione di crescita personale e collettiva – commenta Michele – che punta anche a migliorare nei partecipanti la consapevolezza ambientale”.
Non solo esperienze nella natura, dunque, ma attività di rilettura delle esperienze. Così, l’arrampicata in falesia diventa un pretesto per mettere i giovani di fronte alle difficoltà e al tema della fiducia e, nel momento di debriefing, la scalata diventa una metafora per rileggere paure e relazioni. Oppure l’esperienza di rafting è una occasione per accrescere lo spirito di gruppo e la capacità di reagire in fretta in una particolare situazione. “Crediamo – aggiunge Michele – che l’outdoor education sia molto importante per gli adolescenti e i ragazzi che stanno crescendo perché favorisce il lavoro su se stessi e sulla loro dimensione nella società. Non è solo ‘fare attività all’aperto’ ma approfondire l’esperienza realizzata, cercando di trarne i valori”.
La prossima sfida dell’outdoor education della Cittadella, è il contrasto alla dispersione scolastica. “In Valle – conclude Michele – l’abbandono scolastico si sta facendo sentire molto. Stiamo lavorando, in collegamento con le scuole del territorio, ad una proposta di curricula alternativi ai percorsi scolastici tradizionali per coinvolgere i ragazzi che non vanno più a scuola. E questi percorsi sono incentrati proprio sull’outdoor”.
L’intervista si inserisce nell’iniziativa di valorizzazione delle cooperative e imprese sociali della rete CGM che hanno risposto alla Call For Place della quarta edizione di FUORI è DENTRO, il workshop dedicato all’outdoor education.
In copertina, Cittadella dei Giovani, foto di L’Esprit a l’Envers, Copyright: Andrea Vallet