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La ripartenza dei servizi educativi

La ripartenza dei servizi educativi

di Simona Taraschi

È passato un mese esatto da quando, lo scorso 15 giugno, il mondo dei servizi educativi è potuto ripartire in presenza – dopo la lunga fase di lockdown – attivando prima i centri estivi per i bambini a partire dai 3 anni e, a seguire, anche ai più piccoli (quelli della fascia fino a 3 anni).  

Oggi sono quasi 8.600 i bambini che trovano risposta nei centri estivi e nei servizi outdoor delle 62 imprese sociali della rete CGM che, fino ad oggi, hanno partecipato alla rilevazione della ripartenza dei servizi educativi. 

I servizi per la prima infanzia in Italia sono gestiti per il 58% da organizzazioni di Terzo Settore che hanno dovuto inventarsi modalità nuove per mantenere il contatto con i piccoli utenti e le loro famiglie durante la chiusura (storie, laboratori, racconti, il momento del risveglio e della buonanotte, ma anche momenti di supporto per le famiglie) e che si sono dovuti interamente riorganizzare una volta avuta la conferma della possibilità di ripartire. Gli spazi, i rapporti numerici educatori-bambini, le pratiche di sanificazione, le attività che permettono di rispettare il distanziamento fisico, la necessità di mantenere i gruppi stabili e potremmo continuare. Tutto è cambiato.  

I bambini più piccoli (fascia 0-6) rappresentano il 44% dei fruitori dei servizi estivi delle cooperative della rete CGM. Le famiglie si sono fidate e affidate alle organizzazioni che già gestivano i servizi educativi in tempi “normali” cercando di ristabilire la necessaria socialità per i figli, oltre che per l’esigenza di conciliare la vita lavorativa dei genitori. Il 46% dei fruitori dei centri estivi sono, invece, bambini della fascia 7-14 anni, tradizionalmente la più rappresentata nell’ambito delle proposte estive. I ragazzi più grandi (gli over 14), invece, costituiscono da sempre una percentuale più piccola, evidentemente in grado di auto-organizzarsi. 

Rispetto alla distribuzione territoriale, la ripartenza nella nostra rete CGM ha interessato per il 70% bambini nelle regioni del nord (e di questi ben più della metà in Lombardia – che rappresenta il 56% dei servizi ripartiti al nord), per il 16% i piccoli delle regioni del centro Italia e per il 14% famiglie con figli al sud 

A un mese da questa nuova ripartenza, i servizi educativi della rete CGM, soprattutto quelli destinati ai più piccoli (fascia 0-6 anni), stanno in un certo senso facendo le “prove generali” per la ripartenza di settembre, quando saremo tutti chiamati a tornare ad un’offerta di servizi completa, pur con le disposizioni e gli accorgimenti necessari per fronteggiare l’emergenza sanitaria ancora in atto. Ma allora avremo fatto la necessaria esperienza, avremo capito cosa funziona e cosa no, sperimentato le attività e le pratiche in un mix a quel punto ben calibrato tra il distanziamento imposto dall’emergenza e la fondamentale esigenza di contatto per la crescita dei bambini nei primissimi anni di vita. 

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