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Diversità e inclusione. Il faro è puntato sulle aziende

Diversità e Inclusione. Il faro è puntato sulle aziende

Oggi il tema della diversità e inclusione (per etnia, genere, disabilità, religione o credo, età, orientamento sessuale, status socio economico) è un tema caro non più solo alle imprese sociali che, per natura, hanno (o dovrebbero avere) un’attenzione innata all’inclusione, ma anche alle aziende for profit.

Non sono solo la volontà e l’etica a guidare le scelte di inclusione delle aziende, ma i dati di alcuni studi e ricerche (cfr. Diversity Brand Index) confermano quanto l’inclusione acceleri la crescita.
Nella sostanza le aziende più inclusive, che investono sulla D&I, hanno un ritorno sull’investimento superiore al 23%. Questo porta, da un lato, ad un loro riconoscimento esterno da parte dei consumatori che sono sempre più attenti a questi valori, e dall’altro, ad alimentare la loro reputazione positiva.

Da qualche mese a livello internazionale è stata pubblicata una norma specifica che si occupa dei temi di Diversity & Inclusion, la ISO 30415:2021, che indica linee guida sulla promozione della diversità e dell’inclusione nelle organizzazioni.

Visto il grande interesse riscosso durante il webinar organizzato con RINA, partner CGM sui sistemi di gestione, abbiamo chiesto a Daniela Asaro e Laura Trapani di RINA e alla prof.ssa Azzurra Rinaldi di Unitelma Sapienza di fare sintesi rispetto alle opportunità rispetto ai sistemi di gestione sul tema della D&I e su ciò che riguarda la riduzione del gender gap.

Quali sono gli obiettivi e i vantaggi della ISO 30415:2021? 

Laura Trapani, RINA _ Questo standard di riferimento, indirizzato a chi gestisce il capitale umano (HR), ha l’obiettivo di rappresentare una guida sulla D&I per le Organizzazioni, la loro Governance, i leader, i collaboratori e tutti gli stakeholder a prescindere dal settore operativo di riferimento. La sua finalità è quella di permettere a qualsiasi Organizzazione di dimostrare il suo impegno per la valorizzazione della diversità nell’ambiente di lavoro favorendo l’inclusione. Tra i vantaggi per l’Organizzazione certificata evidenziamo l’utilizzo di questa esperienza come dimostrazione di proprio interesse al tema, come sempre più richiesto in fase di gare pubbliche e private. Rina offre servizi di verifica di terza parte rilasciando l’attestazione dell’applicazione della Linea Guida 30415 in ambito di D&I.

 

Gender Equality Assessment: un punto di partenza

Daniela Asaro, RINA _ Rina unitamente ad UNITELMA Sapienza ed in particolare con la “Scuola di Economia di Genere” ha creato uno schema di assessment (valutazione). I temi che la valutazione analizza sono: selezione ed assunzione, gestione della carriera, equità salariale, genitorialità, worklife balance, prevenzione delle molestie sui luoghi di lavoro. Una delle diversità che devono essere valorizzate è quella di genere: la parità tra donne e uomini è una condizione necessaria per la realizzazione degli obiettivi di crescita, lavoro, coesione sociale a livello mondiale. Il PNRR ha destinato specifiche risorse alla “Certificazione della Parità di Genere”, nell’attesa che il governo deliberi le regole di tale attività, l’assessment proposto fornisce un punto di partenza per essere preparati nel momento in cui la certificazione darà accesso o punteggio per bandi e gare pubbliche o finanziamenti. La verifica avverrà attraverso un processo di assessment che prevede una valutazione documentale ed un audit presso l’organizzazione ed i suoi siti; sarà rilasciato un attestato e un rapporto con punti di forza e aree di miglioramento. Su richiesta dell’organizzazione RINA potrà fornire il servizio ulteriore di valutazione dell’implementazione delle azioni di miglioramento scaturite dall’attività di verifica.

 

Economia di genere: una questione di numeri

Azzurra Rinaldi, Unitelma Sapienza _  Nel 2021 le imprese femminili in Italia rappresentano il 26,6% del totale delle imprese. È un andamento di crescita costante negli ultimi 7 anni; una crescita 3,5 volte più rapida rispetto alle imprese create dagli uomini. Le donne decidono di aprire una propria impresa (anche) come reazione al fatto che sono meno ricercate dal mercato del lavoro; una volta uscite dal mercato per fare figli e dedicarsi al lavoro di accudimento e cura, non sempre risulta immediato e facile un reinserimento. Diverse di loro, quindi, decidono di mettere a valore competenze e skills maturati per avviare un’attività imprenditoriale propria.
In Europa ci sono 49 milioni di persone retribuite che si occupano di lavori di cura. Di questi il 76% sono donne.
La crisi derivata dalla pandemia ha colpito soprattutto i settori relazionali, quelli relativi ai servizi che hanno necessità di vicinanza, di prossimità e dove le donne rappresentano in Europa l’86% della forza lavoro.
In Italia è donna il 61% degli occupati delle cooperative, il 40,5% se consideriamo i soci, ma rappresentano “solo” il 25,6% della governance di queste imprese.
L’impatto del Covid sulle cooperative (in un momento in cui il tasso di crescita stimato era del 5,7%) ha influito negativamente per il 9,1%. Considerando la somma di questi dati, si arriva a un totale di 14,8% di mancata crescita.
È importante, ancora di più in questo periodo, mettere un focus sul tema di genere nelle imprese. La certificazione può rappresentare un argomento che può aiutare a rendere visibile ciò che rimane invisibile, a valorizzare l’apporto delle cooperative e la loro ricchezza, considerando anche che, secondo una ricerca della Camberra University, 7,5% è l’incremento del valore aziendale quando c’è un incremento delle donne nelle posizioni di leadership.

 

Il progetto Parità di Genere RINA4CGM

RINA, in collaborazione con CGM, ha lanciato il progetto “Parità di Genere: RINA4CGM” che prevede di applicare in forma gratuita a massimo 2 imprese sociali appartenenti al mondo CGM la check list di riferimento sul Gender Equality per valutare il posizionamento iniziale dell’organizzazione rispetto ai requisiti definiti.

E’ possibile proporre la propria candidatura entro il 31/12/2021 inviando una mail a simona.taraschi@cgm.coop indicando in poche righe (3) il motivo che sostiene la propria candidatura.

Per informazioni rispetto ai criteri di selezione e ad ulteriori dettagli tecnici, la mail di riferimento è sempre quella di Simona Taraschi.

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