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A Casa Milo i ragazzi con disabilità si allenano a vivere da soli

Pietro e Martina_casa Milo_intervista CGM

Pietro lo dice subito: “Perché i miei fratelli sì e io no?”. Martina ha le idee chiare: “In futuro mi vedo in una casa con due mie amiche”. Si respira un desiderio comune di autonomia a Casa Milo, una casa a tutti gli effetti nella zona nord di Milano, gestita dalla Cooperativa Cascina Biblioteca, in cui ragazzi con disabilità sperimentano la vita quotidiana fuori dalla famiglia. Imparano a prendere la metropolitana, a fare la spesa, a pagare le bollette, a rifarsi il letto, a curare la propria igiene personale, a fare la lavatrice. Tutto in un contesto abitativo vero, ma protetto, all’interno di un percorso graduale, su misura e condiviso con le famiglie e con altri ragazzi desiderosi di imparare a “vivere fuori casa”. 

“Durante la pandemia – racconta Pietro, 27 anni, ex residente di Casa Milo – mi sono chiesto cosa volessi fare nella vita. Avevo il desiderio di diventare autonomo e di andare a vivere fuori casa come i miei fratelli. Con l’assistente sociale abbiamo deciso di sperimentare per un anno Casa Milo. Qui ho conosciuto persone che mi hanno aiutato e ho imparato tante cose. Ora vivo a Casa Montemartini (una micro-comunità che unisce occupazione lavorativa e autosufficienza domestica, ndr) con altre cinque persone e sogno di trasferirmi a Firenze con la mia ragazza”. Martina, invece, 23 anni, figlia unica e un diploma in Servizi sociosanitari, è arrivata a Casa Milo attraverso lo Sfa, il Servizio diurno di Formazione all’Autonomia di Cascina Biblioteca. “Ho iniziato a fare la prima notte a maggio – racconta – Poi la seconda, poi sono stata un’intera settimana. Nel frattempo, ho mantenuto tutte le mie attività, compresi lo sport e il teatro. Casa Milo è un’alternativa vera e propria alla casa. Ho imparato a vivere con persone che prima non conoscevo, a condividere gli spazi e a rifare bene il mio letto”. 


L’ingresso a Casa Milo avviene su iniziativa della famiglia o su proposta dei servizi territoriali o della cooperativa, e per la maggior parte dei casi grazie al finanziamento della legge 112 del ‘Dopo di noi’, attraverso i voucher di ‘Accompagnamento all’autonomia abitativa’. Si tratta di un ingresso graduale: si parte partecipando a quattro incontri a tema sull’autonomia abitativa che si svolgono in gruppo e con un operatore, poi si comincia a frequentare la casa per alcuni momenti pomeridiani e serali, fino ad arrivare al pernottamento. Ad aiutare nella gestione della Casa, un monitor touch screen appeso in soggiorno che consente di condividere tra ragazzi, operatori, coordinatori e famiglie presenze e attività, realizzate e da realizzare. “Quando ci dicono: ‘Ma come, oggi avete solo fatto la spesa?’ ci viene da sorridere – spiega Jennifer, educatrice di Casa Milo – Già, perché per i ragazzi di Casa Milo anche le faccende quotidiane più scontate possono far emergere difficoltà e insicurezze. Qui, con l’aiuto degli educatori, imparano ad affrontarle non perché qualcuno le fa al posto loro, ma perché loro che sono i protagonisti costruiscono routine e conquistano autonomie. E allora sì, con soddisfazione, rispondiamo che abbiamo solo fatto la spesa!”.

La formula ideale sperimentata in questi anni è quella di una settimana in Casa Milo, dal lunedì al venerdì, per una volta al mese: consente l’uscita dalla famiglia in modo graduale e l’osservazione da parte degli operatori e delle famiglie di risorse ed esigenze personali per poter poi trovare i contesti abitativi migliori per il futuro. “La casa in cui vivo adesso – dice Pietro – è diventata la mia casa: si ride, si condivide, si litiga, come in tutte le case. La cosa più difficile che ho imparato a Casa Milo? A fare i conti per la spesa”. Casa Milo è inserita in un contesto di social housing con 300 appartamenti, sette realtà del terzo settore attive e tanti momenti di scambio e di condivisione. “Durante un aperitivo con i vicini di casa – ricorda Pietro – ho raccontato il mio percorso a Casa Milo e tutti sono rimasti molto contenti. Ci tengo molto a condividere la mia esperienza perché è un bell’esempio. Perché voglio dimostrare che l’autonomia è questa e che è un’autonomia possibile”. 

Fondamentale per questi percorsi il rapporto con le famiglie. “La famiglia può condizionare in positivo o negativo il percorso di autonomia – continua Jennifer – Importante per noi è condividere con i genitori la linea educativa, dare riscontri su come sta andando l’esperienza, ricevere feedback sui comportamenti dei ragazzi a casa, creare occasioni di incontro e di condivisione in gruppo dedicati ai genitori”. “Casa Milo – conclude Maria Malacrinò, la coordinatrice – non è né una vacanza, né uno sradicamento. È una palestra in cui i ragazzi e le famiglie si allenano per un obiettivo grande, un obiettivo di futuro”. 

Il progetto Casa Milo è realizzato dalla Cooperativa Cascina Biblioteca grazie al contributo di Fondazione Cariplo ed è inserito all’interno del progetto “Scambi Vitali” con capofila Consorzio Sir.

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