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A Cascina Falchera il restauro inclusivo dell’ultimo tram centenario di Torino

Cascina Falchera_consorzio kairos

“Qui uniamo riuso e riscatto sociale”.

C’è un tram centenario parcheggiato a Cascina Falchera, l’hub di innovazione sociale e ambientale gestito dal Consorzio Kairos in una vecchia cascina da poco riqualificata a nord di Torino. E’ il numero 614 ed è stato costruito alla fine degli anni ’20 nelle officine dell’ATM (Azienda Torinese Mobilità). In origine bidirezionale, con porte aperte e di colore rosso-crema, negli anni ’30 è stato oggetto di un restyling che lo ha trasformato in unidirezionale, con porte pneumatiche e colore verde bitonale. Ha prestato servizio fino agli anni ’50. E’ sopravvissuto alla demolizione perché è stato utilizzato prima come mezzo da carico per il trasporto della frutta, poi come container per il ritrovo dei ferrovieri.

A gennaio, il 614 è stato trasferito dal deposito della Metropolitana a Cascina Falchera e affidato nelle mani di Flavio Castagno, falegname ed educatore, già restauratore di locomotive, appassionato di riuso e di riciclo. E’ lui che sta seguendo per il Consorzio Kairos, all’interno della falegnameria sociale (RE)Made of wood, lo straordinario recupero di questo mezzo, realizzato con il contributo di Fondazione CRT. “Ora lo stiamo disallestendo – spiega Flavio – e stiamo documentando e catalogando tutto con disegni e fotografie. Poi faremo il progetto di riallestimento con l’obiettivo di riportare gli interni alla loro versione originale anche attraverso l’aiuto di immagini storiche fatte durante gli incidenti”.

Il restauro del tram è una straordinaria occasione anche di coinvolgimento, formazione e riscatto per persone che, in diversi modi, vivono situazioni di fragilità o vulnerabilità. Al laboratorio artigianale di Cascina Falchera prima dell’estate, infatti, sono terminati tre tirocini formativi lavorativi che hanno coinvolto due donne, una inserita in un percorso di emersione dalle dipendenze, una in un percorso di riattivazione al lavoro, e un migrante richiedente asilo, e da ottobre ospiterà un nuovo ciclo di borse lavoro che si occuperà anche del restauro del tram. “Quella del laboratorio artigianale è un’esperienza importante per persone con diverse fragilità – commenta Valentina Paris, di Exar Torino, che gestisce il servizio di erogazione delle borse lavoro – Si tratta di un impegno quotidiano che porta le persone a riorganizzare la propria vita dal punto di vista degli orari e degli impegni e che le fa sentire di nuovo parte di un gruppo, di una comunità. Al laboratorio si impara facendo, si acquisiscono competenze e sicurezza in se stessi. In più, c’è la continuità della remunerazione che riattiva la consapevolezza economica e la riorganizzazione dei bilanci familiari. Tutte questioni fondamentali e non sempre facili che aiutano a ripartire più forti”. 

“Il restauro
– aggiunge Flavio – consente di trasformare qualcosa di vecchio, brutto o rovinato in bellezza ed è una grande possibilità di riscatto per le persone che ne sono protagoniste. Costruire e realizzare qualcosa alza l’autostima e consente di rimettersi in gioco”. “Una dimostrazione di questo? – racconta l’educatore – Qualche mese fa è uscito un articolo sul restauro del tram. Il titolo era: Tram restaurato da donne fragili. In quel periodo avevamo inserito nel progetto anche due ragazze, studentesse delle Belle Arti. Si erano arrabbiate. Dicevano: Perché ci dicono fragili? Guarda che belle cose che stiamo facendo! Ecco, di fronte a qualcosa di bello che stai facendo e che gli altri riconoscono, la fragilità scompare e cresce l’orologio di chi ce la può fare, nel lavoro e nella vita”. 

Il tram 614, una volta svuotato, verrà portato a Brescia, presso una officina che si occuperà di sistemare la parte meccanica e la carrozzeria. Nel frattempo, Flavio e il suo team si occuperanno di recuperare o ricreare l’arredo originario: dalle panche al sedile di guida, fino ai vetri incassati nella struttura di legno. L’ultima operazione sarà quella del rimontaggio. Il tram 614, poi, ritornerà a circolare e, grazie all’Associazione Torinese Tram Storici, sarà protagonista di tour culturali e turistici per la città di Torino. 

Cascina Falchera è un Bene Comune della Città di Torino concesso al Consorzio Kairòs, sino al 2040, da ITER – Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile, con l’obiettivo di valorizzarne la vocazione educativa e trasformarlo in un hub di Innovazione sociale. Sono partner del progetto: Città di Torino, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Veterinarie e Dipartimento di Psicologia, Liberitutti s.c.s., Crescere Insieme s.c.s., Ecosol s.c.s, Liberitutti Factory s.r.l. impresa sociale, Damamar odv, RE.TE. ong, Impollinatori Metropolitani aps, Parco del Nobile aps, Legambiente onlus, Wea Foundation, Padel M2, (Ri)generiamo, Leroy Merlin

Fotografie di Marzia Allietta

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